credo di essere stata felice.
e la felicità mi procura commozione.
ieri sera ho assistito a un evento di pura bellezza che mi ha spinto verso le meraviglie dello stupore, condizione necessaria alla gioia.
credo di aver assistito alla perfezione della bellezza, quella bellezza che procura stordimento, quella perfezione armonica che causa rapimento dei sensi.
ancora adesso mi sento sbigottita, rivedere, ripensare, mi danno una percezione di altro, altro da me, altro bellissimo, altro scuotente. altro meraviglia. già mi manca, avverto un'assenza, sento nostalgia.
ho visto, alla Scala, il balletto del corpo di ballo della stessa sulle Variazioni Goldberg di Bach.
è chiaro che l'insieme di questi tre fattori, Scala, danza, Bach, erano già condizioni sufficienti, anche solo sulla carta, per creare in me un'aspettativa altissima (e pericolosa) di un evento destinato a produrre estasi.
il mio godimento, appagato nonostante il rischio dell'aspettativa, è stato altissimo, sono andata oltre quel che speravo di trovare, ho assistito al divino.
entro alla Scala e mi gira la testa. lo considero il luogo più bello del mondo, lo considero la dimora degli dei. il perchè lo so io, è un luogo della mente in cui faccio convergere l'educazione che ho ricevuto, l'amore dei miei genitori per l'arte e la cultura e il posto della mia eredità. è, nella mia idealizzazione fantastica, la concreta testimonianza del dono genitoriale che ho avuto in dote.
quando calano le luci, momento per me magico oltre ogni dire, innalzo una specie di preghiera e ringrazio mio padre e mia madre per quello che mi hanno lasciato, di quello che mi hanno consegnato. la danza è una forma d'arte sublime e Bach, in particolare con le variazioni Goldberg (di cui ho già avuto modo di parlare, https://nuovateoria.blogspot.it/2017/12/variazioni-goldberg.html), è colui che ha dato consistenza musicale alle sfere celesti del divino.
lo spettacolo è stato per me l'essenza preziosa inestimabile della bellezza.
il corpo di ballo della Scala è ad altissimi livelli, in particolare ho qui amato Nicoletta Manni, che considero una ballerina esemplare, senza gli eccessi virtuosistici di molte sue colleghe, per equilibrio fisico ed emotivo, è una perla rara di bravura e sapienza, e Claudio Coviello, un talento umile e brillante, una bella presenza scenica. due primi ballerini da ammirare in un corpo di ballo di 35 corpi scenici.
la musica si adatta alla danza, certamente la segue con degli adattamenti, i costumi e le scene sono essenziali e purissimi, un'alternanza di colori che mi ha riempito gli occhi, raramente ho goduto di ogni passo, ogni nota, ogni colore, ogni metro quadrato, come ieri sera.
ho assistito a tre pas de deux uno più bello dell'altro, ho assistito a passi di danza maschili di straodinaria bravura e ha pezzi corali rispondenti alla celestiale architettura musicale che li sottendeva. la vita è fluita senza tempo, per un'ora e mezza sono stata sospesa e ho asistito alla vita, con un'entrata e un'uscita, i corpi si sono espressi, i respiri sono fluiti, gli incontri si sono verificati, i legami rinforzati e poi tutto si è concluso e io, ora, provo una nostalgia tremenda, che mi fa stare male. vorrei essere ancora lì, forse lì per sempre.
ho partecipato all'armonia, ho visto dio, perché questo è dio, ieri sera.
Goldberg – Variationen
Durata spettacolo: 1 ora e 25 minuti
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
Musica Johann Sebastian Bach
Coreografia Heinz Spoerli
Assistenti coreografo Chris Jensen e Arman Grigoryan
Pianoforte Alexey Botvinov
Scene e costumi Keso Dekker
Luci Martin Gebhardt
CAST PER DATA INTERPRETI PRINCIPALI
Claudio Coviello, Nicoletta Manni, Antonino Sutera, Marco Agostino, Antonella Albano, Francesca Podini, Virna Toppi, Vittoria Valerio, Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Nicola Del Freo, Walter Madau, Gioacchino Starace e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
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