una strana pittura quella di Marzio Tamer, fotografica.
non so se
sia un'arte che consenta la restituzione di una natura profondamente ossessiva al suo curatore
o
se sia una forma di profondo rispetto per la natura.
si tratta di una natura riprodotta in studio, non vista sul campo, ma tratta da libri fotografici, enciclopedie dell'infanzia, regali materni. a volte semplicemente inventata.
su di me ha un effetto un po' straniante, una natura riprodotta in una stanza, con un dettaglio estremo nella sua configurazione pittorica (peli di folti lupi e conifere aghiformi ricostruiti in un dettaglio ostinatamente accurato), un rigore puntiglioso nella preparazione dei colori.
un atto ossessivo che forse con la natura ha molto poco a che vedere.
in verità.
la piccola mostra, al Museo di Storia Naturale, è accompagnata da un bel corto di Salvatores che implora il rispetto per la natura degli animali, in particolare del cane: "rispetta la mia natura" dice un bel lupo dagli occhi di ghiaccio, dopo aver visto sfilare addestramenti militareschi e molossi con il cappellino o chihuahua con il cappottino. perversioni odierne, aggressioni alla natura non solo tollerate perfino favorite.
alcune, poche, immagini della mostra sono efficaci, ma il senso di tutto questo francamente mi sfugge, a volte mi annoia, certi pappagalli e uccellini sono piuttosto artificiosi, e uggiosi.
l'ossessione è poco divertente, si sa.
Nessun commento:
Posta un commento