in linea con The Revenant, e in seguito al Richiamo della foresta e Zanna Bianca, ecco Vincent Munier con Artico, immagini da un mondo bianco.
tutto un programma, il mio.
sono soddisfatta.
tutto un programma, il mio.
sono soddisfatta.
poche foto alla Galleria Contrasto, un posto ficcato in un buco che manco si vede, ma bellissime.
bellissime.
alcune un po' ritoccate eh...ma l'effetto è strepitoso.
bellissime.
biancore candore fascino vita luce accecamento.
e il wild, il Wild di Jack London.
Una cupa foresta di abeti si stendeva sulle due rive del fiume
ghiacciato. Recentemente il vento aveva strappato agli alberi il loro
bianco mantello di brina; e gli alberi, neri e sinistri, sembrava si
appoggiassero l'uno all'altro, nella luce morente. Un silenzio di
tomba regnava sul paesaggio: e il paesaggio stesso era desolato, senza
vita, senza movimento, così squallido e gelido da sembrare permeato di
un qualcosa di più triste della stessa tristezza. Vi regnava quasi un
accento di riso, un ghigno ben più terribile di ogni tristezza, un
riso tetro come il sorriso della sfinge, un riso freddo come il gelo,
in cui si sentiva aleggiare la truce minaccia dell'ineluttabilità. Era
la saggezza imperiosa dell'eternità che irrideva alla futilità della
vita e agli sforzi dell'umanità. Era il "Wild", il selvaggio "Wild"
della Terra del Nord, dal cuore di ghiaccio.
Ma in quella regione, sfidando il gelo, c'era la vita. Lungo il fiume
ghiacciato scendeva a fatica una muta di cani lupi. Il loro pelo
irsuto era coperto di brina. Ad ogni respiro, il vapore che usciva
come un getto dalle loro bocche gelava subito e si posava, sotto forma
di cristalli di ghiaccio, sulle loro pellicce.
(Zanna Bianca, Jack London)
mi fanno venire i brividi.
BELLISSIME.
Nessun commento:
Posta un commento