infatti, mi diceva Baricco sabato sera rivedendo Totem su rai 5, quando più le parole sono precise, belle, esatte, più si fermano. sedimentano, incidono.
ma guarda, a pensarci, lo diceva ieri sera anche Recalcati al Parenti parlando di Edipo, il figlio, che le parole ci segnano, ci tatuano, sulla pelle, sul corpo, la lettera si insinua in noi, le parole si incidono come il fuoco.
le parole si incarnano.
bene, allora vale la pena ricordare quali parole ha scelto Baricco a proposito di quel gran genio di Gadda.
dalla Cognizione del dolore.
titolo magistrale, un capolavoro.
cognizione
non è sapienza, non è conoscenza, non è consapevolezza.
forse è una facoltà, una facoltà di conoscenza che si associa a un pensiero, a una riflessione.
sorprende che l'altro titolo del gran genio sia Quer pasticciaccio, sono diversi o sono uguali?, scaturiscono dalla stessa intuizione sul potere del linguaggio?
Nella stanchezza senza soccorso in cui il povero volto si dovette raccogliere tumefatto, come in
un estremo ricupero della sua dignità, parve a tutti di leggere la parola terribile della morte e la
sovrana coscienza della impossibilità di dire: Io.
L'ausilio dell'arte medica, lenimento, pezzuole, dissimulò in parte l'orrore. Si udiva il residuo
d'acqua e alcool delle pezzuole strizzate ricadere gocciolando in una bacinella. E alle stecche
delle persiane già l'alba. Il gallo, improvvisamente la suscitò dai monti lontani, perentorio ed
ignaro, come ogni volta.
La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi nella solitudine della
campagna apparita.
Baricco sa dire meglio di me, e queste faccende le sa fare davvero bene, e lo trovate su you tube.
accedere ed elencare i gelsi.
alle stecche delle persiane già l'alba.
parole di luce, la luce mi inonda, piano, inesorabile. e mi spiega, mi dispiega il mondo.
diamo il nome alle cose.
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