come mai?
l'ho ascoltata questa mattina, dopo Preghiera in gennaio
Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
dopo La stagione del tuo amore
però il tempo non ha premura
piangi e ridi come allora
ridi e piangi e ridi ancora
ogni gioia ogni dolore
puoi ritrovarli nella luce di un'ora
piangi e ridi come allora
ridi e piangi e ridi ancora
ogni gioia ogni dolore
puoi ritrovarli nella luce di un'ora
ecco arriva e ascolto Via del campo, gli occhi grandi color di foglia, gli occhi grigi come la strada, ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente... e mi viene da piangere.
uno struggimento, mi prende. un movimento viscerale. uno spostamento d'anima. sarà che de Andrè ha un potere comunicativo fuori della norma? sarà questo. ma è anche vero che se ci penso, questo testo, è sognante. non è che fare la puttana sia un mestiere che induca il sorriso o la presa per mano, non che che dal letame venga sempre il meglio. dai diciamolo, non è proprio così. ma c'è un lirismo che trasfigura la realtà, c'è una semplicità narrativa che commuove, c'è un canto, come quello delle sirene, un richiamo irresistibile a credere.
a credergli.
forse è questo che mi fa piangere, perché ci credo a questa favola, almeno per il tempo, brevissimo, della sua canzone. ci credo.
Via del Campo c'e' una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa
Via del Campo c'e' una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina
Via del Campo c'e' una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra
di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo li' al primo piano.
Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone ha chiuso
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.
2 commenti:
E' la purezza che mi commuove, l'indifesa e indifendibile purezza degli umili, dei diseredati, dei giudicati e condannati da una società falsamente rispettabile, schifosamente irreprensibile.
Quando la bellezza è pura e scevra da ogni finzione, le lacrime sono finalmente libere di scorrere.
L'altra sera ascoltavo "Dialogo tra un impegnato e un non so", i due brani meno politici: "Il mestiere del padre" e "L'amico".
A tavola poi raccontavo a Letizia della bellezza e dell'emozione provata, ho iniziato a cantare la seconda, "L'amico", il groppo mi si è formato a strozzo alle prime note, non ci vedevo più.
E si può provare esperienze simili anche in assenza di testo, a volte basta un giro di violino per far emergere sentimenti così forti da strappare il pianto.
Come è bella la musica, un linguaggio così profondo da muoverci a commozione e amore.
Ciao!
Paolo
Gaber lo ascoltavo molto da ragazza. ora non mi capita più, ma il tuo potrebbe essere un bello spunto per riprovarci.
non mi commuovo così facilmente all'ascolto delle canzoni in verità, mi è capitato giusto settimana scorsa, improvvisamente. per questo ne ho scritto.
e sicuramente non le canto a qualcun altro, le canzoni che mi piacciono!! il tuo gesto è commuovente di suo, cantare una canzone che ti piace alla tua Letizia...
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