bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 29 gennaio 2013

HAIR

avevo 16 anni.
forse ero con mia madre.
anzi ne sono quasi certa. -certo che la memoria è infida, non mi appoggia totalmente nei ricordi.-
andavo al cinema, di pomeriggio, con lei e la sua amica, il mercoledì. ogni tanto.
mia madre faceva la pediatra e il mercoledì era il suo giorno libero.
giorno libero?
eppure era così, il mercoledì non visitava, e andava al cinema.
la mia mamma, che tipo. e se avevo studiato abbastanza per il giorno dopo (guai...un senso del dovere patologico a 16 anni, quando forse magari chissà bisognerebbe divertirsi, no dico, almeno un po') andavo con lei.
HAIR. di Milos Forman.
che fantastico film. 
l'ho rivisto ieri sera, e come in molte altre occasioni ultimamente, mi rendo conto di quanto fantasticavo da ragazza. che fossero le canzoni dei cantautori, Guccini, De Andrè, Bennato, Gaber, Branduardi, Claudio Lolli, Lucio Dalla, o fossero film, magari musicali come Hair,  Jesus Christ Superstar,  Cabaret o The Rocky Horror Picture Show, o commedie come Io e Annie, Provaci ancora Sam, Barry Lindon, I duellanti. Amadeus o Invito a Cena con Delitto, io mi ci infilavo come nella realtà, al posto della realtà, meglio che nella realtà. mi ricordo che le colonne sonore le ascoltavo fino allo sfinimento, mimando e ballando come i protagonisti.
figuriamoci HAIR. 
è stato un godimento pieno ieri sera in TV, una volta tanto mi hanno fatto un regalo vero.
pur stando ferma ho cantato e ballato.
mi ricordo che non sapevo decidere quale fosse il più figo tra i tre hippies cappelloni. ma forse Berger era il più più più di tutti. mi ricordo l'ansia provata nella scena finale, quella in cui al posto del suo amico, per una fatale sovrapposizione, cantando I believe in god, and I believe that god believes in Claude, that's me!!, that's ME!!, proprio lui, George Berger, pacifista convinto e praticante, entra nel buco nero dell'aereo che lo poterà in Vietnam, lo porterà alla morte. e anche ieri sera, che ansia, che pena, che ingiustizia.
sono elementare nei miei sentimenti, non c'è che dire.
e poi il film è un capolavoro di musica canto ballo movimento colori azioni spostamenti voli pindarici.
un capolavoro.
thank you mom, I had a nice time.

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