venerdì 28 giugno 2019
Ernst Haas, magnum's first
alla produzione del kolossal La Regina delle Piramidi.
foto ingiallite.
foto appartenenti alla storia.
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Museo diocesano.
there is a garden in her face
incantevoli, incantata.
fatato mondo medievale di le dame i cavalier gli armi e gli amori.
donne ideali, favole e incantamenti, dietro pittori e modelle e i loro quadri esplodevano passioni sempiterne e leggendarie.
John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Hunt fondatori della confraternita preraffaelita cui si unirono successivamemte Ford Madox Brown, William Trost Richards, William Morris, Edward Burne-Jones e il tardivo John William Waterhouse furono coinvolti e stravolti dalle loro muse. tra loro ricordiamo Lizzie Siddal, Fanny Cornforth, Jane Burden Morris, Alexa Wilding, donne magiche protagoniste di ritratti carichi di simbolismi e decadentismo, dai corpi sensuali e bocche carnose, trasognate e tragiche, immerse in esistenze in cui vita e arte si confondevano.
In tutte le sue tele un solo volto,
seduta o stante o che cammina, sempre
nascosta, così bella in quello specchio.
Una regina, di opale o di rubino
vestita, una ragazza senza nome
nel prato estivo, un angelo, una santa-
ma è sempre lei, la stessa in ogni tela
Del suo viso si nutre giorno e notte
e lei lo guarda dolcenmente, bella
come la luna, gaia e luminosa;
non com'è ora, consunta dall'attesa
e dal dolore ma com'era quando
brillava la speranza:come gli appare in sogno.
Christina Rossetti
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giovedì 27 giugno 2019
Anna e Fatima
prima ci siamo avventurati in questa bassa marea che ha fatto affiorare stelle marine banchi di sabbia coralli pesci e meraviglie del creato.
vaghiamo nel deserto che lambisce il mare, si passa da uno all'altro, ci sono baracche di beduini.
i beduini non viaggiano più nelle tende, sono troppo care, costruiscono baracche con cartoni plastica e materiali di scarto.
i bambini giocano nell'acqua camminano scalzi su terrerni rocciosi aguzzi e pungenti, se ci camminassi io sanguinerei ululando al primo passo in avanti.
chiedo loro se li posso fotografare e si rivogono alla madre. Fatima, una perla di bellezza sconvolgente, si rivolge alla madre ma dice: no no foto, mamma no no.
mi rassegno e vado verso i teli colorati che raccolgono bracciali e collane raccolte sulla sabbia in vendita per turisti insaziabili.
mi regala un bracciale, che porto ogni giorno e chiedo a lei se posso fotografarla.
Anna mi dice di si.
e a sera fotografo, prima di tornare in camera annaspando per il caldo, quella luna che già alle 18 appare nel cielo e ci garantirà bassa marea anche per domani.
venerdì 21 giugno 2019
la cipolla
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
"La cipolla" di Wisława Szymborska
l'ho sentita durante uno spettacolo, Visite, del Teatro dei Gordi, al Parenti.
come l'ho sentita ho riconosciuto la sua fonte, inconfondibile, una cifra unica al mondo, irripetibile, unica.
quanta tagliente e sottile verità in questa poesia.
dietro un'apparente giocosità, la Szymborska ci parla dei massimi sistemi della vita.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
"La cipolla" di Wisława Szymborska
l'ho sentita durante uno spettacolo, Visite, del Teatro dei Gordi, al Parenti.
come l'ho sentita ho riconosciuto la sua fonte, inconfondibile, una cifra unica al mondo, irripetibile, unica.
quanta tagliente e sottile verità in questa poesia.
dietro un'apparente giocosità, la Szymborska ci parla dei massimi sistemi della vita.
occupatene
nuotavo in cunicoli strettissimi.
nuotavo seguendo qualcuno, imitandolo, come un maestro, come al solito per essere all'altezza, di più, per dimostrare la mia bravura, per essere la migliore.
invece, dopo tanta fatica non ero io ad essere premiata, cosa cui chiaramente agognavo, il riconoscimento, ma qualcun altro, molto meno bravo di me.
erano due movimenti sul fianco, in una specie di corrente tra due muri stretti che portava chissà dove, e tre bracciate a stile libero.
tiravo tiravo, tantissimo.
poi, la delusione. sempre quella.
mi sono svegliata affannatissima, come sempre dopo una fase rem in cui probabilmente ho nuotato sul serio.
non mi sono più riaddormentata, ho avuto tachicardia ed extrasistoli tutta la notte, una sensazione dilanianate che il mio cuore non ce la faccia più, scoppierà, si fermerà.
e siccome è così, non sto bene, qualcosa davvero non va, a partire dalla mia splendida vacanza qualcosa sta funzionando male nella mia area cardiaca, mi chiedo se il sogno sia stato così fisico per un'anomalia del mio cuore e il mio sogno (che comunque contiene tutti i significanti della mia vita) sia stato conseguente all'inizio di una follia funzionale, come per invitarmi a dire:
occupatene.
giovedì 20 giugno 2019
piedi
ci ho messo anni per scoprire i miei piedi. ho un pudore a riguardo.
per esibirli devono essere belli, comunque curati, a posto, puliti, morbidi.
il sandalo elegante, quanto meno composto.
se c'è lo smalto sulle unghie deve, dico deve, essere impeccabile.
certi piedi mi turbano.
sono lo specchio di un disordine del corpo.
per esibirli devono essere belli, comunque curati, a posto, puliti, morbidi.
il sandalo elegante, quanto meno composto.
se c'è lo smalto sulle unghie deve, dico deve, essere impeccabile.
certi piedi mi turbano.
sono lo specchio di un disordine del corpo.
Marsa Alam
venerdì 7 giugno 2019
salvini: sono
cresciuto a pane e De André.
INSOSPETTABILE.
ma De André, cosa ne pensa?
INSOSPETTABILE.
(il riferimento culturale è il grande fratello, frequentato dalla nipote del poeta - o tempora o mores-, e rivelato in TV dal panzone alla gallina d'Italia 'sora lella' barbara d'urso che lo sostiene nella castrazione chimica, pubblicamente, nel corso della sua encomiabile trasmissione).
ma De André, cosa ne pensa?
musiche - Lelli e Masotti
una spledida mostra fotografica in questa Milano Photo week spesso deludente.
molte "mostre" sono veramente esigue e non comunicano niente. inutile forzare i significati con i comunicati stampa. cinque foto non possono descrivere il lavoro di un artista. nemmeno se lo spieghi.
in questa mostra di Palazzo Reale invece c'è molto materiale e c'è di che stupirsi davvero.
Silvia Lelli e Roberto Masotti in Italia e all’estero sin dai primi anni Settanta disegnano un ritratto trasversale della musica dal vivo: dalla classica al jazz, dalla lirica al rock, sino alla musica di ricerca e sperimentale. A lungo fotografi ufficiali del Teatro alla Scala di Milano, Silvia Lelli e Roberto Masotti hanno rivolto fin dai loro esordi un occhio attento alla performance musicale, fissando nelle loro riprese l’intensità espressiva e la forza del gesto che si esplica sul palco.
Il percorso della mostra comprende 110 immagini in bianco e nero accompagnate da una creazione video costruita a partire dalle fotografie esposte e da altri materiali provenienti dall’archivio degli artisti (montaggio di Gianluca Lo Presti/MammaFotogramma; collage sonoro di Massimo Falascone).
Nella loro pluridecennale ricerca, Lelli e Masotti hanno costruito un archivio visivo sulle performing arts tra i più ricchi e culturalmente importanti a livello mondiale. Le fotografie selezionate per MUSICHE danno vita a un percorso in cui si incontrano gli uni accanto agli altri compositori, interpreti, direttori, cantanti, ma anche intere orchestre, scene e strumenti appartenenti a universi musicali e artistici diversissimi. Lungo il percorso espositivo si possono vedere in azione Demetrio Stratos e Riccardo Muti, Miles Davis e Pina Bausch, Maurizio Pollini e Astor Piazzolla.
e anche opere teatrali con le regie di Strehler e Ronconi.
un percorso ricchissimo, una ricchezza acquisita.
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Silvia Lelli e Roberto Masotti
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