La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
"La cipolla" di Wisława Szymborska
l'ho sentita durante uno spettacolo, Visite, del Teatro dei Gordi, al Parenti.
come l'ho sentita ho riconosciuto la sua fonte, inconfondibile, una cifra unica al mondo, irripetibile, unica.
quanta tagliente e sottile verità in questa poesia.
dietro un'apparente giocosità, la Szymborska ci parla dei massimi sistemi della vita.
venerdì 21 giugno 2019
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