inizia qui, il Grand Canyon.
ho pensato di morire, arrivandoci, di smaterializzarmi.
però, santocielo, che posto è?
Horseshoe Bend, meandro del fiume Colorado, situato a pochi chilometri da Page (Arizona) a circa 8 km a valle della diga di Glen Canyon e del lago Powell.
domenica 30 settembre 2018
5G
ma dice sul serio?
la opzioni sono:
lo dice perchè è pagata per questo
lo dice ma non ci crede
oppure, oddio, ci crede veramente, veramente crede a quel che dice, il lavoro che fa, poveretta, l'ha portata ad aderire alle sue incredibili affermazioni.
al tempo delle donne c'è una, si chiama Sabrina Maggioni, deve essere un pezzo grosso di Vodafone e parla di 5G.
vicina a lei è seduta Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale del comune di Milano.
intervista uno, boh, certo Federico Cella, ma non ne sono sicura.
lui è quello che mi preoccupa più di tutti.
lei dice che questo 5G, le tecnologie e gli standard di quinta generazione, porterà vantaggi inauditi e che la nostra vita decollerà, migliorerà, sarà una figata, ecco si, saremo finalmente felici (tema del convegno).
se proprio lo deve spiegare in poche parole, almeno 4 gli avanzamenti:
la telemedicina (e vabbè, per chi ci crede, vedremo)
la sicurezza: le auto, con guida autonoma, potranno prevedere urti e incidenti, macchine e moto in direzione di collisione con noi, ma, soprattutto, controllo assoluto di ogni zona della città, qualsiasi evento criminoso sarà individuato prontamente, visualizzazione di ogni angolo, droni che -NEL RISPETTO DELLE NORME- potranno filmare tutto, saremo in mani sicure (ma poi i delinquenti li fanno anche saltare in aria come nella serie di Jack Ryan?), città sotto costante controllo.
il turismo: udite udite potremo vedere ogni angolo del mondo, senza andarci. che bello, potremo viaggiare da casa nostra, in pantofole, senza spendere, senza andare, senza guardare, senza niente. anche senza cervello e senza desiderio.
i servizi: non sai cucinare? nessun problema, 5G farà al posto tuo. dice, la Sabbri, con aria fintamente dimessa: per esempiio io, che non so fare un uovo, potrò cucinare senza saperlo fare. ogni competenza, normalmente acquisita dallo studio, potrà essere sostituita dalla tecnologia. nessuno avrà più bisogno di distinguersi per un talento, sarà distribuito dai sistemi informatici. funziona anche a letto, suppongo.
il suo intervistatore, non batte ciglio. dice bene, che bello.
beh, un ottimo intervistatore, direi, non ha domande, gli sta tutto bene, è politicamente corretto, direi politicamente servile, non ha nulla da chiedere rispetto a questo quadro apocalittico che prevede un mondo virtuale ad accesso diretto, intimo, e di assoluto controllo telematico in cui la privacy sarà una parola vuota di senso e in cui ognuno di noi non avrà più alcun valore specifico, in cui la singolarità dell'individuo sarà sostituita dal sapere informatico.
bene, molto bene, che bello.
assessore Cocco, lei cosa ne pensa?
venerdì 28 settembre 2018
Shadow
un film di una bellezza formale ineccepibile.
è un film in bianco e nero ma non filmato in bianco e nero.
tutte le tonalità sono grigie, nere, bianche, il tempo, e anche il tempio, è grigio, i vestiti e le armi e l'amore sono chiare o scure, senza colore.
solo i volti esprimono il colore della carne.
il film è di una bellezza agghiacciante. siderale.
e anche carnale, vitale.
i contrasti, lo scontro tra l'assoluto e il relativo, tra il potere e il desiderio, tra la luce e l'ombra, il doppio e l'unico, lo yin e yang, toccano un punto estremo di rappresentazione cinematografica.
il richiamo a Kurosawa è fortissimo, ascoltarlo in lungua originale è stato fantastico.un film di irresistibile bellezza, un'esperienza di rapimento estetico.
certo, rispetto a Lettere di uno sconosciuto siamo su un altro registro, e forse preferisco quest'ultimo, ma in ogni caso, con Zang Yimou si va al cinema.
giovedì 27 settembre 2018
il miracolo della cena
quando crolla una civiltà e l’uomo diventa belva, chi ha il compito di difendere gli
ideali della civiltà, di continuare ad affermare che gli uomini sono fratelli anche se per questo dovrà… pagare? Almeno i cosiddetti intellettuali, cioè coloro che hanno sempre dichiarato di servire le idee e non i bassi interessi, e come tali hanno insegnato ai giovani, hanno scritto, si sono elevati dalle file comuni degli uomini. Sarebbe troppo bello essere intellettuale nei tempi pacifici, e diventare codardi, o anche semplicemente neutri, quando c’è un pericolo.
Fernanda Wittgens
spettacolo interessante, emozionante, operazione culturale di grande livello.
un esordio insperato del nuovo anno teatrale che mi aspetta.
ecco, brava Sonia Bergamasco, anzi bravissima, qui trova la sua cifra, è strepitosa.
la ringrazio perchè mi dispiaceva non averla apprezzata negli ultimi lavori che ha interpretato, ero seriamente amareggiata.
dopo tante delusioni, toni sbagliati, enfasi non necessarie, la sua voce è sempre al suo posto, legge una lettera dell'anziana madre di Fernanda Wittgens ed è la voce di una donna anziana.
ma come fa? non è una voce caricaturale, è la voce di un'anziana donna che chiede grazia per sua figlia, incarcerata per aver favorito la fuga, oltre che il trasfermento di opere d'arte, di ebrei altrimenti deportati in campo di sterminio.
elegantissima e ipnotica, la Bergamasco trasmette, potente in sala, la forza di questa donna, Fernanda Wittgens, la sua fermezza.
elegantissima e ipnotica, la Bergamasco trasmette, potente in sala, la forza di questa donna, Fernanda Wittgens, la sua fermezza.
è da brivido quando legge la descrizione del Cenacolo da parte di Goethe.
se una voce mi convince le credo con tutta me stessa, le affido la mia vita, la mia fede.
Dobbiamo spiegare un grande espediente di cui Leonardo si è servito per animare questo dipinto: il movimento delle mani. Soltanto un italiano poteva ricorrervi. Tramite il movimento delle mani, l'italiano dice: "Che m'importa!" - "Quello è un furfante, guardati da lui!"- "Ormai ha i giorni contati!". Perciò il dipinto che abbiamo davanti è unico. Il turbamento tramite il quale l'artista scuote la tranquilla sacralità della tavola serale, nasce dalle parole del Maestro: "C'è uno di voi che mi tradirà".
Alla destra di Cristo: Giovanni, Giuda e Pietro.
Pietro. Udendo le parole del signore si protende rapidamente, spinto dal suo carattere impetuoso, dietro le spalle di Giuda che tiene ben stretta nella destra la borsa, con la sinistra fa un movimento involontariamente convulso: "Cosa significa? Cosa succederà?". Pietro ha intanto afferrato con la mano sinistra la spalla destra di Giovanni, che è chinato verso di lui, indica il Cristo e al tempo stesso incita l'apostolo prediletto a chiedere chi sia il traditore. Punta inavveritamente il manico di un coltello tenuto nella destra contro le costole di Guda, provocandone con felice effetto lo sparuto movimento in avanti, che finsce per rovesciare perfino una saliera.
Se alla destra del signore un movimento trattenuto minacca imminente vendetta, da sinistra scaturiscono il raccapriccio e la ripugnanza. Giacomo Maggiore. Si piega all'indietro per lo spavento, allarga le braccia. Tommaso. Spunta da dietro la sua spalla e avvicinandosi al Salvatore leva l'indice della destra al'altezza della fronte. Filippo, si è alzato in piedi, si china verso il Maestro, porta le mani al petto esclamando "Signore, non sono io! Lo sai! Conosci la purezza del mio cuore".
E adesso i tre apostoli vicini. Parlano tra loro della cosa tremenda che hanno udito. Con movimento appassionato Matteo volge il viso a sinistra verso i due compagni, mentre tende di scatto le mani in direzione del Maestro, e così collega, con inestimabile espediente artistico, il suo gruppo a quello precedente. Taddeo. Mostra il più vivo stupore, dubbio e sospetto: ha posato la mano sinistra sulla tavola col palmo aperto e leva la destra come se fosse in procinto di colpirlo...una mossa che si vede ancora da parte di persone semplici: "Io 'avevo detto! Non l'avevo sempre sospettato?". Simone siede con grande dignità a capotavola. E' il più anziano di tutti E' colpito e pensieroso. Volgiamo subito lo sguardo verso il capo opposto della tavola. Bartolomeo alzato, sostiene il corpo proteso puntellandosi comodamente con ambedue le mani sulla tavola. Sta in ascolto. Giacomo minore. Posa la sinistra sulla spalla di Pietro; ma il gesto di Giacomo è pacato, solo una richiesta di spiegazioni.
E come Pietro dietro a Giuda, così Giacomo Minore stende le mani dietro le spalle di Andrea, il quale, una delle figure più significative, sollevando a metà le braccia, mostra il palmo delle mani, in una chiara manifestazione di spavento che in questo affresco compare solo una volta.
"Si, in verità vi dico,c'è uno tra voi che mi tradirà".
Il Cenacolo di Leonardo- Johann Wolfgang Goethe
Studio testa di Filippo
Sonia Bergamasco legge scritti, appunti e note di Fernanda Wittgens, storica e critica d’arte, donna determinata che sempre antepose l’amore per l’arte e il proprio senso etico e civile a scelte di convenienza.
Raffinata studiosa, prima donna Soprintendente alle Gallerie di Milano e prima donna in Italia a vincere tale concorso nel 1940, Wittgens partecipò con tempestività ed energia alla salvaguardia di numerosi monumenti milanesi contro il rischio di irreparabili danni di guerra.
Anche l’Ultima cena di Leonardo da Vinci venne riparata dai colpi d’arma da fuoco, dalla violenza delle esplosioni e sottratta miracolosamente alla distruzione: “Il Cenacolo è salvo!“ Si legge negli appunti e nelle relazioni dopo i bombardamenti.
Nella Milano del dopoguerra, ferita nei principali luoghi e monumenti della sua storia e cultura, dopo anni di conflitto mondiale e di guerra civile, Wittgens operò un nuovo miracolo: agì con determinazione e forza perché la ricostruzione dei monumenti fosse ritenuta necessaria e prioritaria, al pari di quella di fabbriche, ospedali e scuole.
Così la fine degli anni Quaranta vide raccogliersi intorno al sindaco Greppi uomini e donne straordinari: tra gli altri, oltre a Wittgens, Arturo Ghiringhelli, che fino al maggio 1946 coordinò la ricostruzione della Scala di cui sarebbe divenuto sovrintendente, Paolo Grassi e Giorgio Strehler, che il 14 maggio 1947 inaugurarono il Piccolo Teatro.
È anche questa la ragione della sintonia che ha guidato il Piccolo e il Museo del Cenacolo Vinciano a progettare insieme una serata di letture, a cura di Marco Rampoldi, dagli scritti di Fernanda Wittgens.
Sonia Bergamasco dà corpo e voce a una donna che interpretò nel modo più nobile la missione del servizio pubblico a tutela del bene comune, fu sempre fedele ai propri ideali – anche nel terribile contesto delle leggi razziali – e votò tutta se stessa alla conservazione e valorizzazione di un patrimonio di Milano e del mondo.
Al miracolo dell’Ultima Cena di Leonardo, al restauro dopo le profonde ferite belliche, diede un tributo fondamentale che descrive con “una quantità di forza vitale” sacrificata, per otto anni, per Leonardo.
Lo spettacolo sarà rappresentato al Museo del Cenacolo Vinciano, per un pubblico di necessità contenuto, il 25 settembre in due recite; repliche il 26 e 27, significativamente, al Teatro Grassi, altro simbolo forte della ricostruzione.
"Ho l’orrore (checché se ne dica…) della polemica… – diceva Wittgens – Mi definiscono scherzosamente una “donna terribile”, a causa della mia franchezza e io mantengo la fama… Sono voci di corridoio di cui ormai è inutile occuparsi.
Leonardo è il primo pittore cosmico, ossia ,moderno...Nel cenacolo concilia arte e scienza nell'unità di una sublime meditazione sull'essenza universale della vita.
...Di fronte a tutto questo, direi che non ha molto interesse la storia della mia vita. Passo la fiaccola della "socialità dell'arte", che ho tentato di accendere uscita da San Vittore, avendo compreso là nella sua interezza il problema umano. Vale a dire che ovunque, persino nella galera, può essere salvato "l'umano" dal "bestiale" e che l'arte è forse una delle più alte forme di difesa dell'"Umano".
Fernanda Wittgens
Studio su Andrea
Studio mani di Giovanni
lunedì 24 settembre 2018
la lingua continuerà a mettere il mondo in parole
Svaniranno tutte in un colpo solo come sono svanite a milioni le immagini che erano dietro la fronte dei nonni morti da mezzo secolo, dei genitori morti anch'essi. Immagini in cui comparivamo anche noi, bambine, tra altri esseri scomparsi prima ancora che nascessimo, nella stessa maniera in cui ricordiamo i nostri figli piccoli assieme ai loro nonni già morti, ai nostri compagni di scuola. E cosi un giorno saremo nei ricordi dei figli in mezzo a nipoti e a persone che non sono ancora nate. Come il desiderio sessuale, la memoria non si ferma mai. Appaia i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginari, il sogno alla storia.
Tutto si cancellerà in un secondo. Il dizionario costruito termine dopo termine dalla culla all’ultimo giaciglio si estinguerà. Sarà il silenzio, e nessuna parola per dirlo. Dalla bocca aperta non uscirà nulla. Né io né me. La lingua continuerà a mettere il mondo in parole. Nelle conversazioni attorno a una tavolata in festa saremo soltanto un nome, sempre più senza volto, finché scompariremo nella massa anonima di una generazione lontana.
Annie Ernaux
Gli anni
una descrizione della morte come non ho mai letto in vita mia.
ma il linguaggio sopravvive alla morte, per questo ci sarà, temporaneamente, memoria di noi.
sono sconvolta da queste parole, l'angoscia mi soffoca.
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venerdì 21 settembre 2018
gentrificazione (2)
dopo 826 Valencia e relativi baci e abbracci, giriamo nella zona, affolatissima di negozi e locali, e
dopo luoghi curiosi e singolari, finiamo in Clarion Alley Street Art.
uno spettacolo, arte a cielo aperto.
al termine della via siamo in Mission Street, e la gentrificazione è finita.
povertà, homeless (mai visti così tanti in tutta la somma della mia vita quanti in San francisco), matti veri (mai visti tanti pazienti psichiatrici deliranti e allucinati in giro per la città, un evidente buco nel welfare della privata sanità americana), sporcizia, negozi zozzi e brulicanti di gente affaticata, decadenza, miseria.
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giovedì 20 settembre 2018
Blade Runner in LA
Ennis House quartiere Los Feliz, Los Angeles, California, USA, di Frank Lloyd Wright
Bradbury Building 304 South Broadway in downtown Los Angeles, California.
per intenditori.
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