OTTONE ROSAI L'attesa, 1920
EMILIO VEDOVA Il Caffeuccio Veneziano, 1942
FILIPPO DE PISIS Il suonatore di flauto, 1940
ARNALDO BADODI L'armadio, 1938
ARNALDO BADODI Soprabito sul divano, 1941
RENATO BIROLLI Le Signorine Rossi, 1938
MARIO MAFAI Strada con casa rossa, 1928
MARIO MAFAI Tramonto sul Lungotevere, 1929
una mostra davvero difficile per me.
Collezione Iannaccone, arte italiana tra il 1920 e il 1945.
io ci vedo
una cupezza
un dolore sordo
una malinconia
un colore scuro cinereo, opaco, sfumato, un'assenza di luce.
sagome morte.
come I fidanzati di Rosai (il mio preferito): sono due figure spente, curve, piegate, senza età e senza tempo, diretti verso un futuro inspiegabile in un mondo senz'aria.
OTTONE ROSAI I fidanzati 1934
e son tutti così, periodo funereo, irrespirabile, contratto.
un'adesione totale tra uomo ed emotività, racconto di un sé sofferente, una figurazione di un mondo squassato dalle guerre.
LUIGI BROGGINI Paesaggio romano con figura sdraiata, 1932
É bello vedere come la storia dell’arte ci offra testimonianze di una continua attenzione degli artisti per i sentimenti, le emozioni e le sofferenze degli uomini. Le epoche cambiano, gli artisti si adeguano alle nuove realtà , anche socio-economiche, creando nuove poesie,ma il cuore dell’uomo non muta e allora scorgo una componente poetica comune in ogni epoca artistica.
È con questi pensieri che ho iniziato a collezionare, prima opere degli anni tra le due guerre e poi, piano piano, mi sono avvicinato ai linguaggi dei giorni nostri.
Amo pensare alla mia collezione come ad un unico grande contenitore di racconti senza tempo, legati da un filo conduttore che crea un dialogo tra di loro. Storie di vita vissuta, indipendentemente dalla loro epoca storica, che parlano della profondità dell’animo umano, delle sue gioie e le sue debolezze.
Giuseppe Iannaccone
Giuseppe Iannaccone
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