sarei dannato a consumare in questo
natio borgo selvaggio, intra una gente
zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
argomento di riso e di trastullo,
son dottrina e saper; che m’odia e fugge,
per invidia non già, che non mi tiene
maggior di sé, ma perché tale estima
ch’io mi tenga in cuor mio, sebben di fuori
a persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
senza amor, senza vita; ...
le Marche sono una regione italiana e sono belle.
le colline sono dolci e accoglienti, in estate coperte di girasoli, sormontate da piccoli paesi, che si intravedono ovunque si guardi all'orizzonte, uno di qua, l'altro di là, un altro più lontano ancora, uno più bello dell'altro.
io ho visto Osimo, Loreto, Numana, Sant'Elpidio a Mare, Sirolo
e Recanati
e io ho anche sentito un fantastico concerto jazz a Sant'Elpidio a mare, con gli indimenticabili Mattia Cigalini e Fabrizio Bosso in una piazza mozzafiato in una bellissima sera d'estate.
(che è finita, tra l'altro).
a Leopardi non piaceva, il natio borgo selvaggio, e lo capisco bene, ma a me si. e non me ne voglia.
la visita più bella è stata proprio alla sua casa.
caro Giacomo, pensarti lì è stato fantastico.
certo hai le fattezze di Elio Germano e non potrebbe essere che così nel mio limitato immaginario -non volermene neanche per questo ma, ti assicuro, ho scelto bene- e la tua famiglia somiglia moltissimo agli attori del film che ha parlato e raccontato di te, Il giovane Favoloso.
ho visto anche l'ermo colle, il giardino, questa siepe, che da tanta parte/dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
emozionante.
ma la biblioteca di tuo padre è uno sballo, e il tuo tavolino con vista sulla piazza della chiesa è da brividi.
ti penso che studi, penso che hai un cervello superlativo, ti immagino triste e spossato, penso a tua madre e a tuo padre, penso che hai mal di schiena, penso a quando ti sei arrabbiato così tanto, penso ai tuoi sogni, alla tua luna, penso che la poesia sia stato un significante essenziale per tenerti in vita, penso che poteva andarti meglio, ma forse, poi, non sarebbe andata così bene a noi.
insomma ho camminato tra le tue stanze, ho visto la tua bibbia poliglotta su cui hai studiato il greco e l'ebraico, ho visto l'albero genealogico della famiglia e ho scoperto che hai avuto altri fratelli oltre a Carlo e Paolina, mi è piaciuto molto il rumore del pavimento sotto le mie scarpe.mi sono commossa, chissà cosa, di casa tua, mi ha ricordato la mia.
Guarda che Recanati mi è piaciuta, sono contenta di esserci andata, e credo che mancasse anche a te, quando eri lontano.
"Cangiando spesse volte il luogo della mia dimora, e fermandomi dove più dove meno o mesi o anni, m'avvidi che io non mi trovava mai contento, mai nel mio centro, mai naturalizzato in luogo alcuno, comunque per altro ottimo, finattantochè io non aveva delle rimembranze da attaccare a quel tal luogo, alle stanze dove io dimorava, alle vie, alle case che io frequentava; le quali rimembranze non consistevano in altro che in poter dire: qui fui tanto tempo fa; qui, tanti mesi sono, feci, vidi, udii la tal cosa; cosa che del resto non sarà stata di alcun momento; ma la ricordanza, il potermene ricordare, me la rendeva importante e dolce. Ed è manifesto che questa facoltà e copia di ricordanze annesse ai luoghi abitati da me, io non poteva averla se non con successo di tempo, e col tempo non mi poteva mancare. Però io era sempre tristo in qualunque luogo nei primi mesi, e coll'andar del tempo mi trovava sempre divenuto contento ed affezionato a qualunque luogo." (Zibaldone).
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