sono stati a centinaia in coda davanti al teatro Strehler.
ci sarei andata anch'io, ma lunedì non potevo, avevo una riunione di lavoro.
ci sarei andata perché anche io, come in migliaia, sono stregata da Samantha Cristoforetti.
c'è da domandarsi perché di tanto successo, il perché di questa ipnosi collettiva.
lei è simpatica, indubbiamente simpatica, alla mano, moderna, ed è una donna che ha successo, un plus nell'avere successo. ma quante donne di successo non suscitano il suo clamore, con un abbraccio così totalizzante alla sua missione nello spazio.
non so quanti l'abbiano letto sul giornale al tempo della sua missione e non so se sia emerso alla serata della Milanesiana a lei dedicata il 7 settembre a Milano al teatro Strehler, ma il curriculum di Samantha è impressionante, quando lo lessi io sul Corriere rimasi impietrita e cominciai a spiegarmi delle cose.
Nata a Milano nel 1977, anche se originaria di Malè (Trento), ha compiuto gli studi superiori dapprima a Bolzano e poi a Trento, laureandosi in ingegneria meccanica all'Università Tecnica di Monaco di Baviera, in Germania.
Nel 2001 è ammessa all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, uscendone nel 2005 come ufficiale del ruolo navigante normale e con la laurea in Scienze aeronautiche presso l'Università Federico II a Napoli. Successivamente si specializza negli Stati Uniti presso la Euro-Nato Joint Jet Pilot Training di Wichita Falls in Texas.
Nel suo curriculum operativo figura il servizio presso il 61º Stormo di Galatina, il 32º Stormo (Aeroporto di Amendola) e il 51º Stormo di Istrana, prima nell'ambito della Squadriglia Collegamenti (2007-2008) e poi del 132º Gruppo Cacciabombardieri (2009), e l'abilitazione al pilotaggio degli aeromobili Aermacchi SF-260, Cessna T-37 Tweet, Northrop T-38 Talon, Aermacchi MB-339A, Aermacchi MB-339CD e AMX.
A maggio 2009 è selezionata come astronauta dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto dopo la britannica Helen Sharman (1991) e la francese Claudie Haigneré (2001), risultando tra i sei migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8 500 candidati.
La prima missione cui Cristoforetti prende parte, della durata di circa 6-7 mesi, è denominata ISS Expedition 42/43 Futura e prevede, il 23 novembre 2014, il raggiungimento della Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz; si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio e del settimo astronauta italiano. Parla italiano (madrelingua), tedesco, inglese, francese, nonché il russo, utilizzato nelle comunicazioni tra la stazione spaziale e il centro di controllo a terra presso il cosmodromo di Bajkonur.
questa donna, così umile così strepitosamente sorridente, è l'immagine della felicità che si attua.
con il suo viaggio interstellar ci ha regalato l'immagine del desiderio che si compie, e come si compie!
il viaggio nello spazio concretizza l'emblema del sogno, niente di più vicino al guardar le stelle, al sognar la luna, e ci induce a un'adesione totale all'immagine romantica della realizzazione dei desideri.
ed è di desiderio di cui, rispetto a lei, si parla.
mentre noi altri che andiamo a venerarla ci affanniamo dietro alle nostre noiosissime nevrosi, sempre scontenti, sempre dietro alla ripetizione senza fine di gesti sempre uguali e sempre sbagliati che ci consegnano all'infelicità, incapaci di andare oltre alla lamentela di una vita infelice e insoddisfatta, sempre dietro al godimento di un attimo che sfuma l'attimo dopo, attanagliati dalla nostra divisione soggettiva, nello scarto tra ciò che siamo e ciò che saremmo potuti essere, ecco una donna cha abita il suo desiderio. lei è ciò che avrebbe voluto essere, lei abita il suo desiderio, abita le stelle.
mentre noi altri che andiamo a venerarla ci affanniamo dietro alle nostre noiosissime nevrosi, sempre scontenti, sempre dietro alla ripetizione senza fine di gesti sempre uguali e sempre sbagliati che ci consegnano all'infelicità, incapaci di andare oltre alla lamentela di una vita infelice e insoddisfatta, sempre dietro al godimento di un attimo che sfuma l'attimo dopo, attanagliati dalla nostra divisione soggettiva, nello scarto tra ciò che siamo e ciò che saremmo potuti essere, ecco una donna cha abita il suo desiderio. lei è ciò che avrebbe voluto essere, lei abita il suo desiderio, abita le stelle.
e non è fortuna, abitare il proprio desiderio comporta una fatica immane, comporta un lavoro spossante, basta leggere il suo curriculum per capire fino il fondo la fatica, il sacrificio, la dedizione necessari per concederci ciò che desideriamo.
pensiamo alla pigrizia lamentosa di stare, invece, dietro alle sbarre delle nostre beghe, incapaci di eseguire un cambiamento di rotta, più comodo stare nell'infelicità per dolersene, ma di fatto goderne, tutta la vita, proiettando la colpa sugli altri, e la nevrosi è proprio questo, piuttosto che lavorare sodo per guadagnarci il sereno rendimento del nostro desiderio.
astrosamantha mi illumina con il suo esempio, sottolinea di continuo che io, al contrario di lei, non sono capace di fare quella fatica che, sola, ci consegna a una possibile felicità di esistere.
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