Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
questa poesia apre un libro che è un baratro d'angoscia, come immaginabile.
almeno se si sa di cosa parla Se questo è un uomo di Primo Levi.
penso che dovrebbe essere un libro di testo per le scuole superiori, al pari della Divina Commedia o dei Promessi Sposi, o forse anche di più.
al di là di certe affermazioni che sentro in giro di quanto non se ne possa più di sentir parlare di olocausto e di lager, al di là di questa pochezza che dimentica che i nostri figli non solo non ne possono più perchè non ne hanno sentito parlare abbastanza ma hanno il dovere di sapere e di leggere e di capire, questo libro tratta ed esprime un'analisi sull'uomo, sulla sua natura, sul suo lato aberrante, sul valore della vita e su come ognuno di noi sviluppi in condizioni estreme ben diverse capacità di adattamento o affondamento, capacità di tenere saldi principi umani di generosità a condivisione o, al contrario, slatentizzare una propensione bestiale e stolida che annienta l'altro senza tregua, che ha un valore assoluto e universale al di là della contingenza specifica -comunque di incommensurabile importanza- che lo ha causato e ispirato.
leggendo penso, tra le altre cose, che di hitler non ce n'era soltanto uno, che ogni uomo che abbia partecipato, qualsiasi fosse la sua posizione, a questa dissoluzione della qualità umana sia stato un hitler e, di più, penso che hitler sia dentro ognuno di noi. laddove una condizione storica unica e forse irripetibile ha concesso che i limiti imposti dal vivere civile siano venuti meno, qualcosa di cannibalico e spaventosamente vorace e violento è emerso dall'uomo, ed è qualcosa che permane nascosto, qualcosa che addomestichiamo, qualcosa cui rinunciamo per convivere con gli altri e per evitare che coinvolga noi stessi in una forma di reciproca distruzione, ma che alberga dentro di noi, che c'è. c'è, sicuramente c'è, in ogni uomo.
4 commenti:
grazie per averci ricordato la terribile poesia iniaizle del libro di Levi e per le lucidissime parle ci analisi e commento al suo testo, sempre così attuale, così eteno, così universale
ciao
marco
l'obnubilamento dell'anima conduce spesso verso percorsi oscuri,allucinanti e maleodoranti;basterebbe che una coscienza collettiva si fermasse a riflettere su quanta e che Bellezza ci avvolge..lo splendore dell'universo,il mistero affascinante e potente del Tutto,il corpo femminile..a volte,guardandomi intorno vedo tante formiche deliranti,schizofreniche,all'infinita ricerca di chissà che.non so quanto io sia rimasto in tema,ma a questo mi ha fatto pensare il tuo post.sia lodata Bellezza in eterno.ti saluto Rossa.
Ciao marco, grazie del commento, sto leggendo e sono presissima dal testo, dalle parole, dai fatti, vorrei pubblicare altri pezzi, sono esemplari.
si corte sconta...dove sei finito? qui di eterna bellezza non c'è l'ombra, ma forse per contrappasso all'immanente bruttura sei finito proprio lì...
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