bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 14 ottobre 2013

Chi mai potrà misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando rimane preso e intrappolato in un corpo di donna? (V.Woolf)

è finita.
anche questa volta è finita.
Sense and Sensibility.
titolo infinitamente più bello, sotto ogni punto di vista, di Ragione e Sentimento.
ovviamente, Jane Austen.
"by a lady", semplicemente sulla copertina. da non credersi...
quanto meravigliosamente bene parlava di lei la mia cara carissima Virgina Woolf?
ed è vero, Jane è un vortice travolgente.
così scriveva la Woolf su Jane Austen:
Se una donna scriveva, doveva scrivere nel soggiorno comune. E per di più, come Florence Nightingale doveva lamentarsene con tanta veemenza: "le donne non hanno mai una mezz'ora ... che possono chiamare propria", veniva sempre interrotta. Era comunque più facile scrivere della prosa o un romanzo, di quanto non fosse scrivere della poesia o un dramma. È necessaria meno concentrazione. In questo modo scrisse Jane Austen fino alla fine dei suoi giorni. "Come riuscisse a fare tutto questo", scriveva suo nipote nella sua Memoir, "è sorprendente, perché ella non aveva uno studio separato in cui rifugiarsi, e la gran parte del lavoro deve essere stata fatta nel soggiorno comune, dove era soggetta ad ogni sorta di interruzione accidentale. Ella badava a che la sua occupazione non fosse sospettata né dalla servitù, né dai visitatori, né da qualsiasi altra persona al di fuori della sua famiglia". Jane Austen nascondeva i suoi manoscritti o li copriva con un pezzo di carta assorbente. Dunque tutta l'educazione letteraria che una donna riceveva nel primo Ottocento si limitava ad un'esercitazione nell'osservazione dei caratteri, nell'analisi delle emozioni. Per secoli la sua sensibilità era stata educata dall'influenza del soggiorno comune. Erano stati impressi in lei i sentimenti umani; i rapporti personali erano sempre davanti ai suoi occhi. Di conseguenza, quando la donna della classe media cominciò a scrivere, scrisse naturalmente dei romanzi.
...
Scrissero romanzi, tuttavia; e si potrebbe persino aggiungere, mi dicevo, prendendo Orgoglio e pregiudizio dallo scaffale, che scrissero bei romanzi. Senza vantarsi o addolorare l'altro sesso, si potrebbe dire che Orgoglio e pregiudizio è un bel libro. Ad ogni modo, non ci saremmo vergognate se ci avessero scoperte a scrivere Orgoglio e pregiudizio. Tuttavia Jane Austen era felice che un cardine cigolasse, così da poter nascondere il suo manoscritto prima che entrasse qualcuno. Per Jane Austen c'era qualcosa di sconveniente nel fatto di scrivere Orgoglio e pregiudizio. E mi chiedevo se Orgoglio e pregiudizio non sarebbe stato un romanzo migliore, se Jane Austen non avesse ritenuto necessario nascondere il manoscritto ai visitatori. Ne lessi una pagina o due per vedere; ma non c'era nessun segno che le circostanze avessero minimamente danneggiato il suo lavoro. Questo, forse, è stato il miracolo più grande. Ecco una donna che intorno al 1800 scriveva senza odio, senza amarezza, senza paura, senza proteste, senza prediche. Era così che scriveva Shakespeare, pensai, guardando Antonio e Cleopatra; e quando si mette a confronto Shakespeare con Jane Austen, si intende forse dire che le menti di entrambi avevano distrutto ogni ostacolo; ed è per questo che non conosciamo Jane Austen e non conosciamo Shakespeare, ed è per questo che Jane Austen pervade ogni parola che scrisse, e così anche Shakespeare. Se il modo in cui viveva fu per Jane Austen causa di qualche sofferenza, questa era dovuta alla limitatezza di vita che le era stata imposta. Era impossibile per una donna andare in giro da sola. Ella non viaggiò mai; non attraversò mai Londra in autobus, né pranzò mai da sola in un ristorante. Ma forse era nella natura di Jane Austen non desiderare quello che non aveva. Il suo talento e la sua condizione si accordavano perfettamente.

e ancora:
Ma quanto deve essere stato difficile per loro non voltarsi né a destra né a sinistra. Che genio, che integrità saranno occorsi di fronte a tutte quelle critiche, in quella società esclusivamente patriarcale, per poter affermare la realtà, così come le donne la vedevano, senza timore. Solo Jane Austen ci è riuscita; ed Emily Brontë. È un'altra piuma, forse la più bella, del loro cappello. Scrissero come scrivono le donne, non come scrivono gli uomini. Fra tutte le migliaia di donne che scrivevano allora romanzi, furono le sole ad ignorare completamente gli incessanti ammonimenti dell'eterno pedagogo: scrivi questo, pensa quello. Furono le sole a rimanere sorde a quella voce insistente, ora brontolante, ora condiscendente, ora tiranneggiante, ora accorata, ora scandalizzata, ora arrabbiata, ora confidenziale, quella voce che non riesce a lasciare in pace le donne, ma deve star loro dietro, come un'istitutrice troppo coscienziosa, scongiurandole di essere raffinate; ricorrendo persino, nella critica letteraria, alla critica del sesso; esortandole, se volessero essere brave e vincere, come suppongo, qualche trofeo luccicante, a mantenersi entro certi limiti convenienti: "... le scrittrici di romanzi dovrebbero aspirare all'eccellenza soltanto riconoscendo coraggiosamente le limitazioni del loro sesso".

come diceva Tomasi di Lampedusa : la Austen è uno dei pochi romanzieri che ha davvero creato un mondo.
e c'è da crederci, credetemi, un mondo cui vorresti appartenere.
l'ho letta stregata dalle vicende che crea, i personaggi che immagina, i sentimenti che mette in scena, il buon senso che troneggia sopra ogni cosa.
diciamolo, il personaggio di Elinor, una 19enne così sensata e equilibrata che nemmeno una donna di 50 anni con 30 di analisi alle spalle potrebbe venire fuori così, è vincente su tutti. Jane ci fa sapere che riflessività, equilibrio, saper fare e saper dire, educazione, controllo di sè, ragionevolezza sopra ogni cosa sono gli unici elementi che spianano la via verso la felicità. e verso la felicità sentimentale. Elinor è l'unica che, di fatto, sposerà chi ha sempre amato, soffrendo in silenzio e compostezza per umiliazioni e frustrazioni, sopportando con pazienza e capacità di attesa tutti i dubbi, allontanamenti e provocazioni. Elinor patisce ma non enfatizza, Elinor osserva e attende sempre il tempo giusto per parlare e intervenire o, nella maggior parte dei casi, si astiene, quando intelligentemente capisce che il parlare non porterà da nessuna parte se non all'esacerbazione di animi e conflitti. Elinor sa sempre cosa si deve fare. ecco forse, diciamo anche questo, Elinor non sbaglia mai. ma questo è il beneficio che le conferisce la sua creatrice, facile non sbagliare quando siamo scritti da qualcun altro!
ed Elinor sarà premiata dalla felicità suprema. il suo amore, fondato sull'equilibrio e sul bastare a se stessi, premiato dall'intelligenza, lo scrupolo, la riservatezza, sarà un luogo di scambio alla pari, sempre attento, mai oppressivo, mai tormentato dall'egoismo della propria passione.
la sorella, Marianne, al contrario animata da sentimenti sempre in mano, da eccessi temperamentali e risposte a volte inadatte, inadeguate, intempestive, non vedrà coronato il suo sogno coniugale; alla fine sposerà chi non ama ma solo rispetta, un uomo assai pregevole ma da lei sempre considerato vecchio e inadatto all'amore, giudizi da lei stessa espressi con veemenza ma scottanti e inopportuni, se viste poi alla fine del romanzo, quando è a lui che andrà in sposa.
è stato un viaggio fantastico, pieno di colpi di scena, attese e meraviglie, abissi e sconforti. un mondo ricchissimo e mai banale, un mondo di vita come la vita non è.
insomma è finita, sono rimasta sola per l'ennesima volta.
vivo meglio nei romanzi che nella realtà, non so la grande Jane cosa penserebbe di me, se mai lo sapesse.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

Ciao Grande...penso ti stimerebbe la scrittrice Austen.

Rossa ha detto...

ma che fantastico pensiero il tuo, come sarebbe bello farci due chiacchiere...