bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 12 aprile 2013

questa stanza che ti pensa, in cui non sei mai venuta


cosa dire di questo autore cinese che scrive poesie?
alcune, tra le sue che ho letto, mi sono piaciute tanto.
e mi sono anche sforzata, sul testo della rivista che le riportava, di guardare i segni della sua scrittura originale. il cinese.
perchè?
perchè nel corso di psicoanalisi di quest'anno c'è una sezione dedicata allo studio di Lacan della scrittura cinese, scrittura che è, diceva, nella sua struttura grafica e non alfabetica, un insegnamento all'ascolto dell'alterità "spaesante". si direbbe che nella scrittura cinese ci sia da ritrovare un simbolo, quella della fecondità, quello della differenza sessuale. la scrittura cinese, non alfabetica e non fonetica, non  intercetta solo la voce ma anche lo sguardo, dove voce e sguardo sono i due oggetti pulsionali che Lacan ha trovato oltre a quelli identificati da Freud. la scrittura cinese è grafica, artificiale, è "la cosa", ha un'origine divinatoria e predittiva, è stata ritrovata, come cosa preesistente alla creazione, come racconta una delle tante storie mitiche che ne narrano la comparsa nel mondo, sui gusci delle tartarughe e ossa oracolari. secondo i cinesi prima non c'era il verbo...ma la scrittura, il segno scritto: la scrittura c'è, da sola, esiste per sè, non è stata funzionale all'uomo, ma ed esso preesistente, non creata ma interpretata. secondo Lacan la psicoanalisi ha sempre a che fare con la scrittura, perchè esiste sempre una scrittura cui siamo stati esposti, la scrittura simbolica in cui siamo nati e che ci portiamo tatuati sulla nuca, ovvero dove non la possiamo leggere ma che ci segna indelebilmente. una storia affascinante...che ancora devo sentire fino in fondo...

Yang Lian, considerato una delle più belle e autorevoli voci della poesia moderna, è nato a Berna 1955, ma poco dopo segue la fami­glia di ritorno in Cina. Ini­zia a scri­vere poe­sie nel 1976 e circa tre anni dopo pub­blica in una rivi­sta indi­pen­dente. Nel 1989, dopo molti viaggi all’estero, è costretto a un lungo periodo di esi­lio, per aver con­dan­nato pub­bli­ca­mente le scelte del Governo cinese a seguito degli avve­ni­menti di Piazza Tie­nan­men. Nel 1994 decide di sta­bi­lirsi a Lon­dra, dove attual­mente vive e lavora. Le sue opere sono state tra­dotte in 25 lin­gue. In Ita­lia, i suoi versi sono stati pub­bli­cati da Einaudi nell’antologia “Nuovi poeti cinesi”, nel 2004 è uscita la rac­colta “Dove si ferma il mare” per Scheiwil­ler. È uno dei vin­ci­tori del Pre­mio Nonino 2012.
detto questo, tratto da qualche blog o wikipedia, mi dico ancora che le sue poesie hanno un fascino, come la scrittura che le compone.

Dove si ferma il mare 

Sopra il mare asfaltato un uccello bianco come un fantasma

annusa la riva qual faro si ferma proprio
a sinistra dove incontrammo una morte accidentale

sul mare asfaltato c'è ancora un aratro spezzato

cent'anni col precipizio di una lapide
ridipingono i nostri nomi
sul bordo del tavolo di roccia rossa siamo visti a pranzo
acqua di mare il falò di aghi di pino verde smeraldo riscalda lo scheletro
mostra tutti i denti corrosi dalla ruggine danza

la punta aguzza del tempietto viene mescolata a questa notte di ogni agosto
pioggia tempestosa lettura obbligatoria nella lezione della morte


Già letto

nei cimiteri cinesi i pini respirano così come crescono
ma il vento cambia tranquillo la direzione della giornata
l'aratro va avanti e indietro fino alla fine del campo
verde fertile libro di agosto
la vita semina i semi dei morti

la notte tutte le stelle viaggiano in un pozzo di giada

per tutta l'estate leggi una biografia
l'ombra del pino è immersa nell'acqua
una sedia piena d'acqua è incisa in un bassorilievo
il mare lontano va in collera da solo
canti di uccelli inondano il cielo quasi non cantassero
leggi come se non avessi letto niente

c'è solo l'arte che scuote un pomeriggio e lo rende nero

Ricordo di una ragazza

un respiro profondo    poi gli occhi chiusi
e tu vieni nella mia stanza
al tempo dell'estate     vi sono dita di canzoni nei boschetti
e i tuoi piedi    ricordo di un cimitero silenzioso

no   non chinarti a guardare le lapidi
cercano maliziosamente   un nome identico al tuo
non bisbigliare a loro   né ridere
con quella risata che una volta anche gli altri ricordavano

no    no    quello non è
il terreno erboso dove prendesti il sole
un tappeto verde, un tessuto di nove anni saturo di luce
la pietra non capisce tutto ciò che amasti così profondamente

i nomi sparsi tutto intorno     come la brezza più fievole
che viene da te     e sogna oltre il tuo respiro
dimenticato sotto il terreno poco distante
o assai distante    entrando in questa stanza che ti pensa,
    in cui non sei mai venuta


L'altezza del sogno

non ti ricordi il sogno     solo la sua altezza
fa tremare la carne della tua carne
uccelli nei tempi più quieti sono in imminente pericolo
sotto i colpi di martello del chiaro di luna
il giardino intorpidito si annusa
sul pavimento argento frantumato, vertiginoso come mai
non ti ricordi       ma l'uomo nel sogno
fu sollevato nel cielo per una costola
e come musica barcollante cammina ancora là

qualche volta un sogno si prolunga più di una vita
qualche volta è solo uno strapiombo      che vi fa invecchiare
di diversi anni     anni bui-
se il buio deve sostenervi


la parola come evento sfugge e scompagina il codice del linguaggio. per Lacan è la poesia il luogo dove la parola si manifesta come pura singolarità, come pura trascendenza dal codice stabilito del linguaggio.
il poeta usa il codice ma lo sconvolge. lo scompagina,  lo traumatizza, lo dissesta mentre lo usa.
il grande poeta è figlio e orfano ed erede del linguaggio perchè in ogni parola poetica c'è sovversione del linguaggio.
ognuno di noi avrebbe la responsabilità di creare l'evento della parola singolare, l'evento della propria poesia.


I disegni sono di Shitao.

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