un messaggio assai gradito
all'Arte Accessibile mi ha invitato.
c'erano quadri eventi esposizioni
ma le città sottili di Ruiz m'han procurato emozioni
alla fine l'ho comprato
d'arte accessibile si è ben trattato!
va bene, dopo questo ridicolo incipit, volevo solo dire che venerdì sera mi sono portata al palazzo del Sole 24 Ore di milano, bel palazzo e vicino a casa mia, in seguito a un grazioso e inaspettato invito.
sono andata ignara di tutto, solo con una vaga idea: arte, bene, accessibile, in che senso?, Sole 24 Ore, bel posto.
e in effetti è stata una gran bella sorpresa.
bel posto, molto movimento, molti quadri, disegni, fotografie, esposizioni, direi arte in genere, progetti artistici, innovazioni, idee. parlando in giro capisco che l'idea portante dell'evento è quello di dare l'opportunità a giovani e squattrinati ed emergenti artisti di sfruttare, nell'ambito del salone del mobile, uno spazio espositivo altrimenti inaccessibile, e di dare al pubblico la possibilità di incentivare tali progetti innovativi acquistando le opere dei talentuosi artisti, quando tali, a prezzi...accessibili.
girovagando la mia attenzione si è fermata in varie direzioni, ma senza particolari emozioni, ma, a un certo punto, mi sono imbattuta in un angolo con dei disegni, per lo più in bianco e nero, qualche nota di colore giallo o rosso ma solo in sfumatura, riportanti luoghi abitativi ascendenti, ascensionali, fumosi, delle cucine antiche e future, in un paesaggio indistinto e onirico, accompagnati da una presentazione, scritta a mano sul muro, disordinata e storta, che citava Italo Calvino e le sue città Sottili delle sue Città Invisibili.
Zenobia.
so di cosa si tratta, e leggo.
Le città sottilibel posto, molto movimento, molti quadri, disegni, fotografie, esposizioni, direi arte in genere, progetti artistici, innovazioni, idee. parlando in giro capisco che l'idea portante dell'evento è quello di dare l'opportunità a giovani e squattrinati ed emergenti artisti di sfruttare, nell'ambito del salone del mobile, uno spazio espositivo altrimenti inaccessibile, e di dare al pubblico la possibilità di incentivare tali progetti innovativi acquistando le opere dei talentuosi artisti, quando tali, a prezzi...accessibili.
girovagando la mia attenzione si è fermata in varie direzioni, ma senza particolari emozioni, ma, a un certo punto, mi sono imbattuta in un angolo con dei disegni, per lo più in bianco e nero, qualche nota di colore giallo o rosso ma solo in sfumatura, riportanti luoghi abitativi ascendenti, ascensionali, fumosi, delle cucine antiche e future, in un paesaggio indistinto e onirico, accompagnati da una presentazione, scritta a mano sul muro, disordinata e storta, che citava Italo Calvino e le sue città Sottili delle sue Città Invisibili.
Zenobia.
so di cosa si tratta, e leggo.
Zenobia
Ora dirò della città di Zenobia che ha questo di mirabile: benchè posta su terreno asciutto essa sorge su altissime palafitte, e le case sono di bambù e di zinco, con molti ballatoi e balconi, poste a diversa alteza, su trampoli che si scavalcano l'un l'altro, collegate da scale a pioli e marciapiedi pensili, sormontate da belvederi coperti da tettoie a cono, barili di serbatoi d'acqua, girandole marcavento, e ne sporgono carrucole, lenze e gru.
Quale bisogno o comandamento o desiderio abbia spinto i fondatori di Zenobia a dare questa forma alla loro città, non si ricorda, e perciò non si può dire se esso sia stato soddisfatto dalla città quale noi oggi la vediamo, cresciuta forse per sovrapposizioni successive dal primo e ormai indecifrabile disegno. Ma quel che è certo è che chi abita Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello.
Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.
bene, anzi splendido, detto e fatto.
i disegni sono magnetici, l'artista è un giovane cubano, Ramor Ramirez Ruiz, RRR, che ha cominciato a disegnare case che salgono verso il cielo come il fumo delle loro cucine, e spesso ci sono pentole qua e là, in seguito alla crisi energetica cubana. sembrano paesaggi di Dalì, c'è solitudine e isolamento, c'è un'immagine di futuro che ho già visto molte volte con mia grande fascinazione, un futuro fatto delle macerie del passato, un futuro fatto di antichi monumenti, di ciminiere e torri e muri disfatti, fatto della memoria dell'uomo, un uomo che non ha fatto sopravvivere niente a se stesso, se non la propria memoria.
mi piace e mi piace il riferimento a Calvino.
non ho trovato niente di niente sul web, a parte la foto, che non rende giustizia, del quadro che ho comprato, e qualcosa che però non rende l'idea della bella idea espressiva di questo artista.
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