bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 15 aprile 2013

the little black jacket

Dopo Tokyo, New York, Londra, Parigi e Berlino, questo evento speciale approda a Milano, svelando la tappa successiva della mostra attraverso la quale la Maison CHANEL celebra i valori della Marca: la creatività, la modernità e l’eccellenza. 
Il pubblico potrà scoprire, attraverso le fotografie scattate da Karl Lagerfeld, la versatilità e l’atemporalità dell’iconica giacca CHANEL, indossata da una serie di personaggi – “amici” della Maison – che hanno interpretato il capo a seconda del proprio stile inimitabile.  
 Eccezionalmente saranno esposte nuove fotografie di personaggi celebri come Keira Knightley, Diane Kruger, Carla Bruni, Carole Bouquet e Hilary Swank, ognuno dei quali interpreterà lo stile iconico della Maison, svelandosi per la prima volta. 







anche la rotonda della Besana è un gran bel posto di Milano.
diventato tempio della bellezza più glamour in occasione di questa esposizione di moda così gaia e incurante del tempo del passa, che si fa gioco, apparentemente e vivaddio, delle brutture del mondo.
"frivolizzazione permanente", ho letto, e cito Vargas Llosa.
giacca Chanel nera, traduzione volgare del ben più nobile "little black jacket", classico dei classici, indossata dalla bellezza, femminile e non. Più di 100 foto in rigoroso bianco e nero, ritratti singoli e singolari.
bellezza come immortalità.
bellezza come cultura.
bellezza come fede.
ma io mi dico invece, che anche la bellezza è mortale, quella umana, e, di fatto, simbolica oltre il reale. e che anche la bellezza può essere un fardello insopportabile. avrei voluto chiedere a ognuna di queste meravigliose persone così cariche di quell'io iconico cosa se ne fanno di questo enorme significante, la bellezza, come lo portano addosso, come  lo vivono, come lo pensano, come lo vestono, come lo usano, come lo hanno preso in eredità, come simbolo genitoriale, come lo maledicono o benedicono, al di là della foto, dell'immagine venduta come vera al fotografo Karl Lagerfeld -che a vederlo un attimino per bene e da vicino mi da proprio l'impressione di uno che i conti con il tempo che passa proprio non li sa fare-.
come per ogni statuto che abbiamo preso dai nostri genitori, per ogni significante che abbiamo portato come tatuaggio dalla nostra nascita, anche dalla bellezza dovremmo essere capaci di "separarci" per come ce l'hanno consegnata, per poi riprendercela alla nostra maniera, non portata ma vissuta, non ereditata ma interiorizzata. dovremmo sapercene fare qualcosa, dopo essercene sbarazzati, della nostra bellezza.
lo chiederei volentieri, ammesso di ricevere qualche risposta.
di solito ci si accontenta di tanta generosità, al di là delle domande.

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