ciò che nessun angelo sa
narra, musa del narratore,
l'antico bambino gettato ai confini del nulla
e fa che in lui ognuno si riconosca.
come fui sul monte e arrivai al sole dalla nebbia della valle
il fuoco ai bordi del pascolo
le patate nella cenere
il capannone delle barche sul lago
la croce del sud
l'oriente lontano
l'ovest selvaggio
il grande lago dell'orso
il fuoco ai bordi del pascolo
le patate nella cenere
il capannone delle barche sul lago
la croce del sud
l'oriente lontano
l'ovest selvaggio
il grande lago dell'orso
Elogio dell'infanzia
di Peter Handke
di Peter Handke
Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo
davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io,
che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io,
che sono io,
non sarò più quello che sono?
...
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.
tutto
da Il cielo sopra Berlino
Wim Wenders, 1987
capolavoro
Parole e pensieri
Poesia
Il sorriso buono di Bruno Ganz
La scena della biblioteca
Gli angeli, tremendi, di Rilke
capolavoro
2 commenti:
Sono d'accordo:poesia,narrazione toccante,spirituale,genialità.Amo visceralmente Wenders e tutte le sue opere.Grazie per questo post davvero bello,mi fa terminare l'anno, orribile,con un barlume di speranza e la voglia di risorgere..
Buon Anno Rouge
un abbraccio
Buongiorno Corte Sconta,
Buon anno, grazie per la tua perseveranza. Mille di questi Wneders.
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