bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 17 maggio 2019

tango glaciale, nuovo mondo

ero una ragazza, avevo 19 anni.
e Tango Glaciale di Martone, gruppo Falso Movimento, Licia Maglietta, Tomas Arana e Andrea Renzi, mi fece esplodere.
non ricordo cosa vidi allora
nemmeno quel che ho visto adesso mi ricorda qualcosa.




non ho una gran memoria (mi perdoni Annie Ernaux), nè di me nè degli altri insieme a me.
la memoria del passato è un esercizio che non compio mai.
e non ricordo, ovviamente.
dimentico.
non coltivo la memoria ma un'esplorazione alternativa, personale, non attivata dal ricordo ma dall'indagine interiore.
questo spettacolo ha contato per me, frequentavo un gruppo di teatro al liceo, al 4° anno, abbiamo fatto uno spettacolo, guidato da Antonio Sixty (allora Out Off), ho visto decine di spettacoli teatrali, guidati dalla professoressa Brunetta (?, non sono sicura), mi ricordo, l'anno successivo al nostro spettacolo, di un tentativo di costruzione di una rappresentazione che a Tango Glaciale di ispirava con fumetti, storia noir, pistole e movimenti tableau vivant. poi il progetto naufragò, ma non la mia voglia di teatro.
devo ringraziare, genuflettermi, davanti a chi mi ha fatto, insieme ai miei genitori, il dono dell'amore per il teatro.
ieri l'ho celebrato al Teatro Parenti. rammento, allora, un senso di sorpresa, il teatro si fa anche così, luci suoni corpo musica. anche i nomi, le parole, mi attanagliavano, tango glaciale falso movimento. cos'é? lo voglio fare anch'io, anche io voglio fare parte di questo nuovo mondo. era il mio, credevo, nuovo mondo.

«Tango glaciale» costituiva l’abbandono del «paesaggio strettamente metropolitano» caratteristico degli spettacoli che fin lì aveva messo in scena, collocati nell’ambito della «nuova spettacolarità», e il passaggio a «un campo di frequenze mentali estremamente vasto, sia dal punto di vista spaziale che da quello temporale»
Mario Martone




mille di questi giorni, Tango glaciale



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