vado pazza per gli scrittori ebrei, sono i migliori al mondo, Philip Roth è il più grande scrittore vivente, ma il mio rapporto con il popolo ebraico è certamente controverso. li trovo geniali per certi aspetti, riconosco in loro un'intelligenza acutissima, ma sono arroganti e, nella maggior parte dei casi fanatici. non condivido le loro scelte di casa, non approvo la politica dei confini, mi allarma l'infiltrazione della religione negli affari di stato.
detto ciò su certe cose non si scherza.
detto ciò sull'olocausto non voglio sentire una parola.
detto ciò i polacchi mi fanno pena, in seconda battuta, in prima mi fanno orrore.
la legge che hanno da poco approvato prevede 3 anni di carcere per chi sostiene un coinvolgimento della popolazione polacca nella politica di sterminio della Germania nazista.
non si può dire campi di concentramento polacchi.
io per cominciare, lo dico.
Campi di concentramento polacchi.
il 90% erano, sono, sul suolo polacco.
comincio a capire la paura di molti dei sopravvissuti secondo cui alla loro morte, e prima o poi saranno morti tutti, la marcescenza cerebrale del negazionismo possa prendere piede.
finiti i testimoni, finita la verità storica.
il problema è, oltre all'ovvia preoccupazione per la libertà di parola e per l'irriducibilità della lettura della storia al servizio dei fanatismi religiosi e ideologici, che possono anche darne 10 di anni, tagliare la lingua, mozzare mani e piedi a chi osa sostenere il coinvolgimento polacco e non alle pratiche naziste, ma la questione, una volta emersa, è immodificabile.
è interessante che i polacchi abbiano avuto la necessità di ribadire: io non c'ero.
non conosco le questioni che agitano questo popolo ma mi sembra evidente, come sempre in questi casi, che la necessità di sostenere, non richiesta, un'estraneità ai fatti sia un modo per affermare il contrario. ora, quanto meno, ci sara' molto interesse a dimostrarne la colpevolezza.
purtroppo, per loro, per tutti, ebrei compresi, quel che è accaduto ad opera dei nazisti è quel che Primo Levi ci ha detto a gran voce, e che voce, cazzo, che voce: che questo è l'uomo.
una volta che lo abbiamo capito, una volta che è successo ed è successo molte altre volte e ancora sta accadendo ORA, non lo possiamo cancellare nemmeno scomodando le leggi o condannando alla pena di morte il mondo.
questo è l'uomo, capace di ogni cosa, capace dell'inimmaginabile.
non si torna indietro, la verità è stata già scritta, per sempre.
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
i comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
i comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
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