quando, dal niente
- è inverno, è notte, sei solo senti
il pullulare della vita che dilaga
per le vie del mondo - sorgono
all'improvviso ombre (numi della memoria, oh quanto
trapassati), fisse
come pianeti alla stella che s'infiamma,
e sai e non sai,
t’increti
nella materia sottile delle cose
che non sono (larve, lemuri, bolle che crepitano
nella caverna della mente che delira), implori
un cenno, un suono
di niente, che scardini
il corso del tempo, affondi
in genealogie di pensieri troppo remoti.
Giancarlo Pontiggia
Il moto della cose
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