bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 13 novembre 2015

vi è una pazienza della foresta, ostinata, instancabile, continua come la vita stessa

Vi è una pazienza della foresta, ostinata, instancabile, continua come la vita stessa, che tiene immobile per ore il ragno nella sua tela, il serpente nelle sue spire, la pantera nell'agguato; questa pazienza è propria della vita quando va a caccia del suo cibo vivente; ed era propria di Buck quando si aggrappò al fianco della mandria ritardandone la marcia, irritando i giovani, inquietando le madri coi loro piccoli e facendo diventare folle di rabbia impotente l'alce ferito. Continuò per una mezza giornata: Buck si moltiplicava, attaccava da tutti i lati avvolgendo il branco in un turbine di minacce, tagliando fuori la sua vittima non appena raggiungeva i compagni, logorando la pazienza degli esseri aggrediti, minore di quella degli esseri che aggrediscono. 

se veramente amate la natura e gli animali,
se veramente vi piacciono i cani
e
non
quelle creature meschine con cappottino e rossetto
non
quelle sottospecie viventi trasformate dall'uomo bastardo infame in surrogati di godimento materno cannibalico
leggete Jack London
e il Richiamo della foresta.
è un capolavoro.



foto da Wild Life Photographer of the Year 2015, mostra alla Fondazione Matalon di Milano.

La passione del sangue lo assalì più forte che mai: era un uccisore, un essere fatto per la preda, vivente di cose viventi; senza aiuti, solo, per virtù della sua forza e del suo coraggio, riusciva trionfalmente a vivere nell'ambiente ostile in cui solo i forti sopravvivevano. Per questo fu preso da un grande orgoglio, che si comunicava come per contagio al suo essere fisico. Si esprimeva in tutti i suoi movimenti, era evidente nel gioco di ogni muscolo, parlava con chiaro linguaggio nel modo con cui egli avanzava e rendeva ancor più splendida, se era possibile, la sua splendida pelliccia. Senza le brune macchie sul muso e sugli occhi e il ciuffo di peli bianchi che gli cadeva in mezzo al petto, avrebbe potuto essere confuso con un gigantesco lupo, più grande dei più grandi della razza. Da suo padre, un San Bernardo, aveva ereditato la mole e il peso, ma la forma a quella mole e a quel peso era stata data dalla madre, cagna da pastore. Il suo muso era il lungo muso del lupo, solo che era più largo di quello di qualsiasi lupo; e la sua grossa testa era una testa di lupo di dimensioni più grandi. 
Selvaggia astuzia di lupo era la sua astuzia; la sua intelligenza era intelligenza di cane da pastore e di San Bernardo; e tutto questo, unito a un'esperienza conquistata nella più severa delle scuole, aveva fatto di lui l'essere più formidabile fra quelli che si aggiravano nella foresta. Animale carnivoro, vivente di sola selvaggina, era nel pieno fiore, al culmine dell'esistenza, esuberante di vigore e di fierezza. Quando Thornton passava carezzandolo, la mano lungo la sua schiena, un crepitio seguiva le sue dita perché ogni pelo scaricava a quel contatto la sua elettricità condensata. Ogni parte di lui, cervello e corpo, nervi e fibre, era accordata sulla nota più alta, e fra tutte le parti vi era un perfetto equilibrio, un perfetto accordo. A visioni, suoni, avvenimenti che richiedevano azione, rispondeva con la rapidità di un lampo. Per quanto rapidamente un cane eschimese possa balzare per difendersi o attaccare, egli balzava ancor più rapido. Vedeva il movimento, udiva il suono e rispondeva in minor tempo di quanto ne richiedesse qualsiasi altro cane solo per vedere o udire. Percepiva decideva e rispondeva nello stesso istante. In realtà i tre atti del percepire, decidere e rispondere erano consecutivi, ma con intervalli così minimi da apparire simultanei. I suoi muscoli erano sovraccarichi di vitalità e scattavano agili come molle d'acciaio. La vita fluiva in lui in uno splendido flusso, elevandosi felice finché sembrava dover scoppiare in assoluta estasi e traboccare generosamente sul mondo. - Nessuno ha mai visto un cane come questo, - aveva detto un giorno John Thornton mentre con i suoi soci osservava Buck uscire dall'accampamento.

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