ieri ho visto la sua prima mostra, allo Spazio Forma di Milano.
e c'era un bel libro di foto, le sue foto.
mi piace moltissimo e mi piace, soprattutto, che di Vivian non ci sia commento. non ci sia commento possibile.
le sue foto sono state scoperte casualmente, anni dopo la sua morte.
di lei ci sono solo le sue foto.
lei non commenta, lei non dice nulla, lei non si descrive, non si definisce, non si celebra, non si schernisce, non si esalta.
lei non dice nulla, per ovvi motivi.
c'è solo la sua opera, peraltro immensa, che si commenta da sola.
e graziealcielo non si può fare nessun blabla intorno a lei.
guardare, ammirare.
ho visto il film su di lei e mi ricordo aspetti contrastanti del suo carattere (http://nuovateoria.blogspot.it/2014/04/vivian-maier-100000-foto.html), ma, a pensarci, mi interessa poco.
è il suo enigma a renderla immensa, quegli autoscatti in cui lei si riverbera in mille riflessi, quasi sempre legati a uno specchio che rimanda la sua immagine.
e lei è questo, è un'immagine infinita, lei definisce se stessa atraverso la fotografia, noi conosciamo il suo sguardo attraverso tutte queste foto che sono i suoi occhi, mille volte al giorno.
migliaia di foto, il suo battere di ciglia.
noi conosciamo la sua immagine come esito di un riflesso o di un'ombra, sola la fotografia sembra parlare per lei, solo la fotografia sembra tenerla insieme, per sempre.
anche per noi.
migliaia di foto, il suo battere di ciglia.
noi conosciamo la sua immagine come esito di un riflesso o di un'ombra, sola la fotografia sembra parlare per lei, solo la fotografia sembra tenerla insieme, per sempre.
anche per noi.
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