un'iniziativa molto interessante, a me graditissima perché la apprezzo molto.
un negozio, un bell'ambiente, di quelli che vanno molto, luogo dell'usato "buono", porti i tuoi capi usati e ne trovi di altri, cose belle, indubbiamente, ben tenute e a prezzi interessanti.
è allestito un brindisi, vedo panettone, pandoro e prosecco, ma arrivo tardi purtroppo...allora mi siedo e ascolto, pazienza per i vestiti e pazienza per il brindisi.
le signore che partecipano all'iniziativa, tutte signore tranne due signori, appartengono chiaramente alla Milano bene, siamo in zona Fiera, quartiere residenziale. sono di una certa età, oltre i 60 per la maggior parte, vestite (non saprei se bene ma molto vestite) e molto ingioiellate. sicuramente, se mi avvicinassi, molto profumate. capelli da parrucchiere, magari anche tutti i giorni.
e va bene.
la sessione è un'iniziativa di due miei colleghi, direi così, che appartengono a un'associazione, cui da poco appartengo anche io, che si occupa di disturbi della condotta alimentare. lei è una nutrizionista e farmacologa clinica (come me), lui è uno psicoanalista lacaniano. cosa fanno? organizzano incontri a tema, invitano persone di loro conoscenza, probabilmente pazienti della nutrizionista e persone a loro affiliate, e discutono di temi come: Femmi hour: un calice di prosecco tra abbigliameno e accessori per parlare di cibo, shopping e femminilità
e, credetemi, questa è un'iniziativa di grande rispetto, di divulgazione culturale. perché, come si può immaginare, il pubblico porta temi di apparentemente banale, ma non lo è, quotidianità, e lo psicoanalista parla di psicoanalisi senza farlo troppo sapere, va a fondo, analizza i problemi, parla di maschile e femminile, parla di cibo e di immagine, parla di narcisismo e di specchio, di sguardo e di differenza tra i sessi. e io sono molto impressionata. perché i temi di partenza, tranne in un caso di illuminata saggezza di una signora fuori dal coro, riportano le tematiche, a volte estenuanti, della lotta tra i sessi e della lotta delle donne con se stesse e lo psicoanalista, adiuvato dalla nutrizionista quando il campo è più di sua pertinenza, con infinita pazienza modera la tematica e la riporta sul problema, la problematizza escludendo la crosta della superficie ormai usurata della tiritera della superiorità femminile in ogni campo e entra nel derma dei problemi.
parlare di psicoanalisi al pubblico e a un pubblico probabilmente altrimenti inaccessibile se non con un invito di elegante shopping condito dal prosecco, parlare di psicoanalisi e farsi capire e farsi ascoltare è veramente una grande operazione culturale. è bello che il lacaniano (anche lui di solito inaccessibile nella fortezza del suo esclusivo sapere) si confronti con la gente, che aiuti a capire cosa c'è dietro a quella frase usurata dall'abitudine del luogo comune.
e le cose che dice sono di enorme interesse. e la signore capiscono, annuiscono, si ritrovano, magari pensano, un po' di più.
magari, figurati un po', per un attimo dubitano su qualcosa che pensano sia una verità in tasca.
dubitare, questa è conoscenza.
peccato, me ne sono andata prima della fine della discussione, non ho brindato né salutato i miei stimatissimi colleghi, che approvo ed ammiro.
certo, ho pensato tornando a casa, se le donne continueranno a pensare di essere in tutto e per tutto migliori degli uomini - e questo non è un pensiero dilagante, di più, dominante e pervasivo- arriveremo a un punto in cui ci saranno le donne da una parte, sempre più sole ed aggressive, e gli uomini dall'altra, sempre più arrabbiati, e il mondo, senza qualcosa dell'amore e del rispetto delle differenze che circoli, si fermerà.
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