Augustus Wijnantz,Veduta del Mauritshuis, 1830 (?)
Bologna, 24 Aprile 2014.
giornata di sole e calore stupenda, via con il freccia rossa. si arriva in un'ora! il treno va a 320 km/h e le macchine in autostrada, dal finestrino, sembrano delle cariole. già un'emozione.
si passeggia per Bologna e si arriva alla meta, precisi, in orario con la prenotazione
mostra: "La Ragazza con l'orecchino di perla", IL MITO DELLA GOLDEN AGE.
DA VERMEER A REMBRANDT
CAPOLAVORI DAL MAURITSHUIS, Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio - 25 maggio 2014. l'ho scritto proprio tutto, il titolo e il sottotitolo.
la mostra è uno spettacolo di grandezza e di bellezza.
la mia amatissima ragazza si mostrerà solo alla fine del percorso, con un meraviglioso colpo di scena, ma è chiaro che il suo nome, la sua fama, la sua riconoscibilità sono un richiamo accertato e acquisito, un riconoscimento immediato.
Da un paio d’anni il Mauritshuis – scrigno di opere somme da Vermeer fino a Rembrandt – è chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al principio dell’estate 2014, in una straordinaria veste che saprà unire l’intenso attaccamento al passato alla proiezione verso il futuro.
La direzione del museo ha concepito l’idea, in questo lungo frangente di chiusura, di spostare una parte della collezione presso il Gemeentemuseum sempre a L’Aia, di modo che i visitatori che giungono da tutto il mondo non perdessero l’abitudine di incamminarsi da Amsterdam fin lì. Ma una parte, strepitosa, di quella stessa collezione ha preso, rarità senza precedenti, le vie del mondo. E in questa parte, è inclusa proprio La ragazza con l’orecchino di perla.
Si è aperta la possibilità che il dipinto, prima di rientrare in Olanda definitivamente e dal Mauritshuis mai più muoversi, potesse, dopo New York, toccare un’ultima sede. E questa volta in Europa. A Bologna.
A raccontare non solo l’evento legato alla presenza della Ragazza con l’orecchino di perla, ma anche l’intero secolo XVII in Olanda, la cosiddetta Golden Age, come recita il sottotitolo. Ulteriore, imperdibile occasione per vedere a confronto con Vermeer (presente con un secondo, grande dipinto, Diana e le sue ninfe) anche Rembrandt, compreso addirittura con quattro meravigliosi quadri. Ma poi, da Hals a Ter Borch, da Claesz a Van Goyen, da Van Honthorst a Hobbema, da Van Ruisdael a Steen, l’intero secolo sarà ripercorso attraverso i capolavori del Mauritshuis.
bene, fatte le dovute presentazioni, devo dire che la mostra è ricca di capolavori, di atmosfere uniche, di uno stile ineguagliabile. mi è piaciuto tutto.
i paesaggi
Salomon van Ruysdael, Veduta di un lago con imbarcazioni a vela, 1650-1651 circa
Jan van Goyen, Veduta del Reno vicino a Hochelten, 1653
i ritratti
Harmenszoon van Rijn Rembrandt, Ritratto di uomo anziano, 1667
gli interni con figure
Jan Steen, Ragazza che mangia ostriche, 1658-1660 circa
Jan Steen, Al vecchio che canta il giovane fa eco, 1665 circa
le nature morte
Carel Fabritius, Il cardellino, 1654
meraviglioso cardellino olandese, sei della stessa natura, ineffabile e misteriosa, dell'apparizione nella stanza successiva, l'ultima.
è sola, la mia ragazza, in una grande stanza buia, c'è solo lei, illuminata come una diva, circondata di gente, di ammiratori, tanti occhi sul tuo sguardo.
la mia passione per te nasce in tempi non sospetti, molto prima della tua partecipazione al libro di Tracy Chevalier, che ho anche letto, che ti ha trasformata dalla ragazza con il turbante, quale eri, nella ragazza con l'orecchino di perla. la mia passione nasce da giovane, nei miei studi liceali di storia dell'arte e diventa amore in un viaggio in Olanda - e lì, a casa tua, ti ho visto dal vivo per la prima volta- con i miei genitori, mia madre persa nel suo Alzheimer, mio padre ancora baldanzoso, ancora volitivo, impositivo e colto. mi portava in giro come un trofeo, io ero la sua ragazza con la laurea in medicina, brava, bravissima, sempre stata la prima della classe. mia madre, c'è una sua foto seduta su una panchina davanti al Mauritshuis, era disorientata, piccolina, rannicchiata e indifesa, come il cardellino di Carel Fabritius.
la mia ragazza me la sono portata dietro da quel viaggio e l'ho incorniciata e ce l'ho davanti al mio letto, nella mia camera da letto, da sempre, forse da prima che nascessi, io.
mi guardi da sempre, meno male.
mi guardi da sempre, meno male.
tu sei la fanciulla con il turbante, questa è la verità, perchè quel turbante è il vero mistero. di donne con gli orecchini, di perla o meno, Vermeer ne ha dipinte anche altre, ma il turbante è solo tuo. da dove viene quest'idea, orientaleggiante: non certo dalla moda olandese. allora, tu, da dove vieni?, chi sei? è di due colori quel tuo turbante, una parte blu pare disegnata con la polvere di lapislazzuli, e una parte gialla che scende sul collo con una coda ed esalta il movimento appena intrapreso dal tuo corpo. ti sei appena voltata vero? chi ti ha chiamata? sei stupita, si vede, un turbamento lieve ti ha fatto voltare incuriosita. il tuo stupore si legge nei tuoi occhi, completamente riversi verso chi ti sta guardando, l'iride scolpita nell'angolo dell'occhio e tutta la bianca cornea dietro come una scia, e si vede dalla tua bocca, il vero capolavoro del tuo volto. è appena dischiusa, si intravedono i denti ma non sorridi, eppure sembri piacevolmente colpita, si vedono luccicare il tuo labbro inferiore e l'angolo sinistro nelle pieghe delle labbra. sono umide e risplendono alla luce che ti illumina. il tuo orecchino è un altro piccolo mistero, sarà di perla? non si direbbe, è argenteo, ed è solo individuabile dalla luce che si riflette nell'angolo superiore della sfera e dal riverbero su di esso del colletto bianco del tuo vestito. non si vede nessun gancio, sembra appeso per miracolo.
chi sei, bellissima ragazza? io lo so, sei la fantasia miracolosa del tuo autore, vieni dal nulla, sei divina, metafisica, sei la luce che viene da dentro, sei bastevole a te stessa, sei illuminata di te, sei il mistero della vita, sei lo sguardo più conturbante del mondo, sei l'immagine femminile più bella che io abbia mai visto.
e, guardandoti, alla mostra, ho pianto, come in un incontro fatale.
2 commenti:
sono felice per te:sogni,certo in maniera differente dalla fanciullezza,ma ancora voli,"senti".a mio avviso questo significa esser vivi.e non è poco.il ritratto della ragazza lo ama anche mia figlia studente d'arte;io lo percepisco arcano.ciao Rossa sognante.
non sogno più sai, questi -come la mia ragazza- sono ancoraggi al mio passato. la mia realtà, come per tutti, è così pesante oggi...penso e sento forse si.
ciao e grazie corte sconta.
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