mi è arrivato via e-mail questo gentile invito, da Cargo, posticino bellino e molto "in" dell'arredamento urbano milanese, un posticino situato, appunto, nei pressi della Martesana milanese e, quindi, interessato a promuoverne la conoscenza ...vedi mai che ti fai un giro anche da Cargo, vedi mai.
da Cargo vale la pena di farsi un giro comunque, è un bel posto, ci sono arredi molto particolari, etnici anche, a me molto congeniali, il negozio ha quello stile trasandato chic molto milanese, vecchio magazzino a più piani, ristrutturato ma non troppo, con le crepe e i muri vecchi a vista, ma niente, credete niente, è lasciato al caso...
l'invito l'ho accettato e domenica mattina ho preso la bici e mi sono fatta un bel pezzo, diciamo la parte cittadina della Martesana -stiamo parlando dei Navigli di Milano, questo è il Piccolo Naviglio- fino a Cologno Monzese; il 25 aprile avevo fatto la parte che da Gorgonzola arriva fino a Groppello d'Adda.
la Martesana è un canale navigabile (con alcuni tratti interrati) che collega Milano con il fiume Adda dal quale riceve le acque poco a valle di Trezzo sull'Adda. ebbe il nome Martesana, per il contado che avrebbe attraversato, da Francesco Sforza nel 1457, ancor prima che iniziassero nel 1460 i lavori per costruirlo. l'appellativo piccolo gli deriva dal confronto con il precedente e ben più importante Naviglio Grande.
detto questo il giro mi è piaciuto, eravamo in pochi ad esserci avventurati con la bici nel caldo -un po' afoso ma sopportabile- di Milano, forse pochi ad averne voglia.
c'è anche del bello a pochi passi, un bello che non è uno sballo, intendiamoci, è un bello che sa sorprendermi però, ha un fascino malinconico, così a portata di mano, così lontano dalla congestione, dal sovraffollamento, dal cemento. un bello che resiste, tutto sommato, alla presentificazione massiccia del mattone e all'urbanizzazione oscena degli spazi. anche se guardandosi in giro, oltre la siepe, oltre il bordo opposto del piccolo fiume, si vedono già i tentacoli, le invasioni di campo, la sporcizia, la scarsa manutenzione, le tentazioni di mercificazione di quel poco che c'è.
pedalando mi è venuto in mente Celentano e il suo ragazzo della via Gluck:
Passano gli anni,
ma otto son lunghi,
però quel ragazzo
ne ha fatta di strada,
ma non si scorda la sua prima casa,
ora coi soldi lui può comperarla
torna e non trova gli amici che aveva,
solo case su case,
catrame e cemento.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà.
Eh no,
non so, non so perché,
perché continuano
a costruire, le case
e non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba.
una parentesi d'aria in un luglio asfissiante, e non per il caldo.
pedalando mi è venuto in mente Celentano e il suo ragazzo della via Gluck:
Passano gli anni,
ma otto son lunghi,
però quel ragazzo
ne ha fatta di strada,
ma non si scorda la sua prima casa,
ora coi soldi lui può comperarla
torna e non trova gli amici che aveva,
solo case su case,
catrame e cemento.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà.
Eh no,
non so, non so perché,
perché continuano
a costruire, le case
e non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba.
una parentesi d'aria in un luglio asfissiante, e non per il caldo.
1 commento:
la mia pista.....
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