questo non sta bene, ho pensato.
la presentazione della mostra "Anticorpi" dice che il Sig. fotografo Antoine d'Agata non ha veli, è schietto: un mondo complesso e vario, estremo se vogliamo ma profondamente autentico, vero come pochi altri e esposto con una cruda, spiazzante onestà.
mah.
io ho visto corpi malati, sfigurati, scene di sesso che hanno l'aria di incontri satanici, di divorazione di corpi, di morte, di agonia, di tortura, di sofferenza mentale, di trasfigurazione del corpo vicino alla putrefazione, alla rarefazione ossea. la sfocatura e l'effetto mosso sembrano, vogliono, mostrare corpi incompleti, mutilati - e alcuni poi lo sono davvero - teschi e arti ossei, orgasmi che sembrano urla di morte.
un'oscenità.
è una follia perversa, una sofferenza mentale, un gusto per la trasfigurazione macabra, un'ossessione per una sessualità animalesca putrescente che mi ha fatto pensare solo alla follia, allo star male di testa.
dal Corriere della Sera leggo che d'Agata dichiara: «La mia strategia personale, per vivere la violenza del mondo, non è di evitarla, ma di cercarla e di non fare del male a nessuno se non a me stesso, sulla strada». e aggiunge: «Di fronte all'oppressione generata dall'abbondanza di immagini stereotipate e dalla loro moltiplicazione da parte delle industrie culturali, di fronte a questa pornografia generalizzata, vivere diventa l'unica scommessa: e l'unica opera possibile è la perpetuazione di gesti insensati». E i suoi «gesti insensati» passano attraverso l'alcol, le droghe, la rabbia, il sesso, la paura, i sentimenti estremi con i quali si misura per superare i propri limiti. La sua è una narrazione indirettamente autobiografica che testimonia il passaggio in teatri di guerra e di emarginazione di giorno e la condivisione di territori di prostituzione, di sofferenza, di droghe di notte. Il suo livello di coinvolgimento nelle situazioni estreme è totale, il suo bisogno di superare i limiti per «togliere il velo ipocrita che edulcora il racconto della nostra contemporaneità» è una necessità per lui vitale e creativa. Nel suo attraversamento degli orrori del mondo resta però il bisogno sincero di condivisione e una reale «pietas». E sui muri della F
ondazione Forma, in mostra, scrive: «Solo un'arte molesta è valida, sovversiva, asociale, atea, erotica e immorale, antidoto all'infezione spettacolare che neutralizza gli spiriti?».
a volte, penso, si può scegliere. no?
non tutto è mostrabile. non è che siccome uno è un visionario e ribelle quel che mostra è arte.
contro la pornografia generalizzata l'antidoto, l'anticorpo, è il gesto insensato?
solo l'arte molesta asociale contrasta l'infezione che neutralizza gli spiriti?
ma cosa dice questo signore?
sono parole di un adolescente, confuso, illeggibile, borderline, in preda ad acting out psichici e comportamentali, lo sproloquio di uno che non ha ben capito che la sua violenza perpetua l'infezione, all'infinito, fino alla cianosi e alla gangrena.
contro la pornografia generalizzata l'antidoto, l'anticorpo, è il gesto insensato?
solo l'arte molesta asociale contrasta l'infezione che neutralizza gli spiriti?
ma cosa dice questo signore?
sono parole di un adolescente, confuso, illeggibile, borderline, in preda ad acting out psichici e comportamentali, lo sproloquio di uno che non ha ben capito che la sua violenza perpetua l'infezione, all'infinito, fino alla cianosi e alla gangrena.
è anche roba brutta, a voler ben guardare.
la mostra è vietata ai minori di 18 anni.
mi è venuto da ridere.