è sommesso, come sempre, Mastandrea in questo film. sommesso non è sottotono, vuol dire nella giusta misura, è la cifra di questo attore, che devo dire, mi piace molto.
è delicata, come sempre, la Golino in questo film.
una sofferenza che esce bene, senza enfasi, delicata ma devastante. definitiva.
il film ha questo pregio, di una storia raccontata un passo indietro, con due attori in perfetta sintonia.
un film che, invece, non si può dire perfetto, le fantasie letterarie fanno sorridere, ma forse raccontano, un po' maldestre, quel mondo in punta di piedi, ironico e senza pretese del protagonista maschile, uno scrittore alle prese con una premiazione potenziale.
e forse tutto è in potenza nella narrazione, nulla si compie veramente.
e forse tutto è in potenza nella narrazione, nulla si compie veramente.
un matrimonio, tra lo scrittore e una evanescente e accondiscendente Sonia Bergamasco, che non si capisce a che punto sia, probabilmente fissato su un irrisolvibile malinteso;
una figlia bulimica e sovrappeso -e grazieaddio una giovane attrice scelta per qualche attributo che non siano occhi blu e capelli biondi- guardata e accettata con affetto, accompagnata con rispetto, alla quale non si chiede nulla;
un incontro tra un uomo e una donna che rimane asfittico, senza respiro, se non quello delle bracciate lunghe e progressive nella piscina;
l'altra figlia che rinnega il ruolo, il suo e quello di sua madre, procurando un dolore mortale;
una storia in apnea, in cui l'amore è silenzioso, o forse non detto, o forse mai vissuto fino in fondo, in sottrazione.
il film è Giulia non esce la sera.
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