bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 1 novembre 2020

Orfeo e Euridice: lei non capì e in un soffio chiese: Chi?

lo avevo comprato nel 2015, un natale, dopo aver seguito una lezione aperta, in occasione di Book City, presso l'Università degli studi di Milano, a Sesto San Giovanni, Dipartimento di Studi Filologici, Letterari e Linguistici.

a pensarci faccio cose davvero pazzesche. mi ricordo, erano le 17, avevo scovato la lezione nel programma vastissimo di book city, ci ho messo un bel po' a trovare l'aula, era pieno di ragazzi, soprattutto ragazze, e all'inizio non c'era posto per sedersi. i miei appunti, che ho ritrovato, lo dimostrano, non avevo posto per scrivere e ho scritto pochissimo. come me ne rammarico.

la lezione: il mito greco nella danza contemporanea: da Pina Bausch alla compagnia Abbondanza-Bertone. lezione aperta di Marina Cavalli, con la partecipazione di Elisa Ferrari. Nella forma di lezione-spettacolo, verranno presentati, con ampia selezione video, alcuni momenti fondamentali dell’invenzione coreografica di Pina Bausch, che portano sulla scena due temi mitici costantemente presenti nella comunicazione poetica occidentale. Le forme e i significati dei modelli antichi, che hanno tramandato la vicenda di Orfeo e quella di Ifigenia, saranno confrontati con la rielaborazione di Pina Bausch, per identificarne le scelte di trasposizione nel genio di un linguaggio puramente corporeo.

in effetti per una cosa così sono disposta a scommettere molto e molto tempo impiegarci. e in effetti fu una scelta felice e invece non sempre ho azzeccato gli incontri giusti, soprattutto a Book City (quest'anno sarà on line, se sbaglio faccio presto a cambiare, il corpo non implicato implica meno sacrificio, sempre).

dalla splendida lezione avevo portato a casa una gran voglia. oltre che di iscrivermi all'università che voglio io e non quella che gli altri hanno voluto per me, di vedermi il balletto di Orfeo e Euridice. e avevo preso il cd. me lo sono visto ieri sera e mi sono ritrovata in un gran bel posto. il posto magnifico della danza di Pina Bausch con la romantica musica di Gluck, con il corpo di ballo dell'Opera National de Paris, e con la poesia di Rilke a orientarmi.



ultimamente ho sviluppato una grande curiosità per il mito greco classico, mi sono vista tutta la produzione di Latella della saga degli Atridi, ben otto spettacoli (ma il lockdown è stato lungo) e  ritrovarmi tra le pagine di Orfeo che vede la sua Euridice morire due volte è stato coinvolgente.

la scenografia è potente, a ogni figura dell'opera corrisponde un ballerino e sono insieme sul palco, il ballo sostiene il canto e il canto dirige il ballo. un'idea luminosa.

il corpo di ballo segue onde suggestive, soprattutto il corpo femminile, che fluttua in serici lunghi vestiti, unito a quello delle altre crea armonie straordinarie.

il balletto è bellissimo, Orfeo, come sosteneva Savinio, un Orfanos, un uomo solo, il solo per sempre senza amore. 

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faccio dono del poema di Rilke, di Lei, la Tanto Amata.

Come una lunga chioma era già sciolta, 
come pioggia caduta era diffusa, 
come un raccolto in mille era divisa. 
Ormai era radice. 
E quando il dio bruscamente 
fermatala, con voce di dolore 
esclamò: Si è voltato -, 
lei non capì e in un soffio chiese: Chi? 







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