venerdì 27 novembre 2020
il locomotore della nuova Russia in corsa verso l’avvenire
giovedì 26 novembre 2020
maltrattamento
la violenza sulle donne passa e si afferma in diverse forme.
si insinua anche in modo strisciante ma incontestabile.
ho fatto la mammografia, tre giorni fa, e sono stata curata e assistita da una giovane tecnica di radiologia che ha reso questa tortura, intendiamoci dolorosa si ma veloce e transitoria, più che tollerabile.
mi sono approssimata alla macchina con molto timore perché reduce da esperienze, devo dire, piuttosto traumatiche.
ho cambiato luogo di cura, per una questione di disponibilità, dalla clinica Sant'Ambrogio, a due passi da casa mia, alla clinica San Luca Auxologico, solo di pochi km più distante. nel primo presidio hanno chiuso tutto (e a questo punto dico grazieaddio), nel secondo si possono fare le mammografie con una lista di attesa davvero brevissima. una manna dal cielo.
questo spostamento ha creato una voragine e dentro di me una consapevolezza.
sono stata maltratta.
il tecnico di radiologia della Sant'Ambrogio è stato sadico e maleintenzionato, oltre che stupido per una frase infelice che ha espresso prima dell'esecuzione dell'esame che avrebbe dovuto sollevarlo da qualsiasi denuncia di manipolazione delle mie tette.
quella frase e il modo di trattarmi mi sono risultati subito fastidiosi e ho certamente pensato che era un fesso che faceva anche male il suo lavoro.
ma quando ho fatto la mammografia lunedì mi sono resa conto di qualcosa di più.
a parte la grazia e la gentilezza con cui sono stata aiutata a posizionarmi, lo schiacciamento effettuato sulle mie mammelle, necessario per fare la fotografia radiologica, è stato molto ma molto ma molto inferiore rispetto a quello che mi è stato inflitto per anni presso quella clinica degli orrori.
un dolore paragonabile per un uomo è forse, potrebbe essere, quello che si può manifestare ai testicoli con un colpo assestato con violenza. quello schiacciamento tra due lastre di plastica, seppure abbastanza breve, ma non proprio istantaneo, è doloroso. tanto più doloroso tanto più viene serrato e tanto più viene prolungato.
ora so con certezza che la pressione che ho subito sul mio seno è stato di molto superiore e di molto più doloroso di quanto probabilmente fosse necessario per ottenere una radiografia del mio tessuto mammario.
il signore che ho incontrato gli altri anni, che si difende da subito dicendomi se ti strizzo non per per piacer mio ma per far piacere a dio (ma poi strizza eccome), è un bastardo sadico perverso che mi ha volutamente fatto male approfittando della mia posizione di totale inermità causata dalla situazione di obbligo in cui mi trovo nel momento di cui eseguo l'esame diagnostico.
questo è un maltrattamento sessista.
sabato 14 novembre 2020
Le parole mi sfuggono
lunedì 9 novembre 2020
fuori accadono cose che nessuno riesce a capire
venerdì 6 novembre 2020
Il grigio in compenso ce la mette tutta
domenica 1 novembre 2020
Orfeo e Euridice: lei non capì e in un soffio chiese: Chi?
lo avevo comprato nel 2015, un natale, dopo aver seguito una lezione aperta, in occasione di Book City, presso l'Università degli studi di Milano, a Sesto San Giovanni, Dipartimento di Studi Filologici, Letterari e Linguistici.
a pensarci faccio cose davvero pazzesche. mi ricordo, erano le 17, avevo scovato la lezione nel programma vastissimo di book city, ci ho messo un bel po' a trovare l'aula, era pieno di ragazzi, soprattutto ragazze, e all'inizio non c'era posto per sedersi. i miei appunti, che ho ritrovato, lo dimostrano, non avevo posto per scrivere e ho scritto pochissimo. come me ne rammarico.
la lezione: il mito greco nella danza contemporanea: da Pina Bausch alla compagnia Abbondanza-Bertone. lezione aperta di Marina Cavalli, con la partecipazione di Elisa Ferrari. Nella forma di lezione-spettacolo, verranno presentati, con ampia selezione video, alcuni momenti fondamentali dell’invenzione coreografica di Pina Bausch, che portano sulla scena due temi mitici costantemente presenti nella comunicazione poetica occidentale. Le forme e i significati dei modelli antichi, che hanno tramandato la vicenda di Orfeo e quella di Ifigenia, saranno confrontati con la rielaborazione di Pina Bausch, per identificarne le scelte di trasposizione nel genio di un linguaggio puramente corporeo.
in effetti per una cosa così sono disposta a scommettere molto e molto tempo impiegarci. e in effetti fu una scelta felice e invece non sempre ho azzeccato gli incontri giusti, soprattutto a Book City (quest'anno sarà on line, se sbaglio faccio presto a cambiare, il corpo non implicato implica meno sacrificio, sempre).
dalla splendida lezione avevo portato a casa una gran voglia. oltre che di iscrivermi all'università che voglio io e non quella che gli altri hanno voluto per me, di vedermi il balletto di Orfeo e Euridice. e avevo preso il cd. me lo sono visto ieri sera e mi sono ritrovata in un gran bel posto. il posto magnifico della danza di Pina Bausch con la romantica musica di Gluck, con il corpo di ballo dell'Opera National de Paris, e con la poesia di Rilke a orientarmi.
ultimamente ho sviluppato una grande curiosità per il mito greco classico, mi sono vista tutta la produzione di Latella della saga degli Atridi, ben otto spettacoli (ma il lockdown è stato lungo) e ritrovarmi tra le pagine di Orfeo che vede la sua Euridice morire due volte è stato coinvolgente.
la scenografia è potente, a ogni figura dell'opera corrisponde un ballerino e sono insieme sul palco, il ballo sostiene il canto e il canto dirige il ballo. un'idea luminosa.
il corpo di ballo segue onde suggestive, soprattutto il corpo femminile, che fluttua in serici lunghi vestiti, unito a quello delle altre crea armonie straordinarie.
il balletto è bellissimo, Orfeo, come sosteneva Savinio, un Orfanos, un uomo solo, il solo per sempre senza amore.
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faccio dono del poema di Rilke, di Lei, la Tanto Amata.