terribile
un terribile skianto
anzi skyanto
storpiamo ancora di più, che rende l'idea.
premessa: è stato un invito a teatro. al Parenti ci vado solo su invito, non intendo spendere soldi per una stagione teatrale pessima in un teatro che è diventato un centro commerciale con potente abbassamento del livello artistico e incredibile intensificazione degli eventi commerciali. basti pensare che l'aperitivo costa la bellezza di 15 euro. la shammah andree ruth è inebriata dal denaro che fluente circola nelle sue casse.
certamente circola perchè il teatro è colmo allo spasimo, e lo sarà per tutte le sere successive, per questo spettacolo di e con Filippo Timi. io sono seduta alla fila ZZ. non l'ultima, di più, l'ultimissima, ZZ. ma meglio così, francamente.
lo spettacolo, ovviamente, inizia con 15 minuti di ritardo, la gente ancora alle 8.10 gira tranquilla, nemmeno affannata a cercare il suo posto, c'è anche chi è arrivato oltre, alle 8.20, e si è piazzato, purtroppo, in fila ZZ, e nemmeno si è premurata di entrare dalla parte senza spettatori seduti, mi sono dovuta perfino alzare per questi cialtroni.
una boiata
uno spettacolo osceno
una schifezza imbarazzante.
la bruttezza è in tutto, ogni cosa dello spettacolo, ma non è uno spettacolo, è un'accozzaglia di roba marcia.
tanto per capirci, non l'ho pensato solo io che si trattasse di una porcata inguardabile, qualcuno si è alzato e se ne è andato. alla fine dello spettacolo, sono fuggita rapidamente appena mi sono liberata dal "devo vederlo fino in fondo", qualcuno era già fuori e faceva commenti pesanti.
io ho resistito, mi sono detta: non fare la snob, sta tortura dura solo un'ora e 15 minuti, resisti. no, perchè si è capito già nei primi 5 minuti di quale natura immonda si trattasse.
intanto Timi no, non ce la fa a recitare. parla male, le sue parole sono scandite male e non tutto si capisce, anzi poco. il linguaggio era sordido, pieno di inutili ma compiacenti parolacce (alla gente piace un casino sentire la bassezza del linguaggio corrente, povero e senza stile, come se fosse un pregio sentirlo a teatro, una conferma che il mondo va così e io con esso), il testo non era un testo, parole libere senza trama, ci ho messo parecchio a capire di cosa si stesse parlando e ancora adesso non l'ho capito.
Timi si mostra senza vestiti e ancora compiace il suo pubblico femminile che, per qualche strano motivo, lo trova irresistibile, un maschio doc. è bizzarro, senza stile, senza forma, mostra solo la sua follia.
ma la follia è interessante se ha qualcosa da dire, ma la follia di Timi è mediocre. in più ha capito che vende, e fa cassa, e la usa, pur propinando roba di scarto.
nello spettacolo (...) c'erano anche, udite udite, dei filmati sui gatti, quelli che si trovano su you tube. cosa c'entravano?, ah saperlo. la gente applaude. no, dico, applaude a roba che trova sul cellulare senza pagare un biglietto.
c'era anche un cantante, napoletano.
stonato.
inascoltabile, un supplizio.
io credo di non aver mai sentito un napoletano stonato
ebbene, nel circo dei pesi massimi della mediocrità, anche il cantante faceva pena.
Timi si sforzava pure di fare degli accenti regionali, ma il risultato era imbarazzante, pure il romano (ma si sente bene che non lo è), oltre il napoletano (santoiddio) (ma il personaggio è napoletano o romano?) ma l'esito è stato desolante.
si arrampica a destra a manca, fa mossette in mutande su parole in libertà, sputa parolacce senza motivo, si trasforma in un centauro, chissà perchè.
porta in giro sta roba da anni, ma io mi domando il motivo di tanto successo. è una risposta, adeguata e consona, alla mediocrità della gente, all'assenza di contenuti, all'esposizione voyeuristica, mediatica e televisiva, della propria insensatezza.
aiuto, ma il teatro dov'è?una stagione di una miseria sconfinata.
sono davvero desolata.
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