in un bell'incontro della Milanesiana, in un posto di grande bellezza come la biblioteca Braidense di Milano, conosco Duccio Ordine che, finalmente, dice cose profonde e ragionate su paura e coraggio (il tema della rassegna di quest'anno). si ispira a Giordano Bruno e a Hemingway, con passaggi colti, in una costruzione intelligente che ci ricorda che il coraggio del sapere ci aiuta a vincere la paura, che il rapporto con la paura ci ispira il coraggio della passione.
termina il suo percorso citando Johnne Donne, poeta inglese che non avrebbe sottoscritto la brexit, poeta inglese che ci ricorda il valore di questo continente europeo, che ci ricorda che la campana a morto riguarda sempre tutti noi, che ogni pezzo del continente, uomo o valore che sia, che perdiamo, è un passo che ci avvicina al richiamo definitivo. quello delle campane.
mi ero quasi consolata di tante tragiche evoluzioni con un Macron europeista, poi certe rivisitazioni repentine una volta al potere e una certa foto in posizione napoleonica mi fanno prefigurare un narcisista di proporzioni continentali, già preoccupato che la sua immagine allo specchio sia almeno proporzionale alla sua ipervalutazione di sè, già pronto a caderci dentro, si sa, con esiti mortali.
ma, mi dico, vedremo, capiremo.
ma, mi dico, vedremo, capiremo.
per chi suona la campana, John Donne.
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una nuvola
venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
4 commenti:
ero un adolescente quando la lessi,non credo ne capii pienamente il senso profondo(mancanza di esperienze,sensibilità, mah, non saprei)grazie per averla pubblicata,ora, a 56 anni, l'ho riletta con un'altra visione,e uauuh,bel pugno..
un abbraccio Rouge
Anche nel mio blog trovi un post con lo stesso titolo, ispirato agli stessi bellissimi versi di John Donne.
Quanto alla posa napoleonica di Macron, mi viene in mente che Beethoven ha stracciato la dedica all'uomo in cui aveva riposto grandi speranze, sul frontespizio dell' Eroica
Un caro saluto
Marco
corte sconta, ora mi sembra molto appropriata, quando l'ho sentita alla Milanesiana mi è sembrata incredibilmente attuale.
mi mancava questa correlazione, grazie Marco.
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