bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 21 luglio 2017

lo brucio

ancora un articolo e lo brucio.
ho pensato.
giuro lo brucio.
adesso basta.
tutti gli anni uguale.
già ne ho scritto, già mi sono lamentata.
da anni intere pagine di giornale dedicate ai divi della scuola.
lo brucio, il giornale.
poi, per fortuna, un articolo sull'altra faccia della medaglia.
a mio parere l'unica davvero interessante, l'unica degna di nota.
i Neet (not (engaged) in education, employment or training), parolaccia anglosassone, uno schifo, ma mi accontento.
dei 100 e lode non me ne frega niente.
della lista degli eccelsi ancora meno.
non parliamo dei disadattati che fanno la maturità un anno prima, qualcuno mi spieghi che senso ha.
perchè di disadattati si tratta alla pari di quelli bocciati per il terzo anno di fila.
parliamo degli abbandoni scolastici, elevatissimi, da terzo mondo, di questo paese sbandato e ignorante.
come diceva un'eccelsa madre della classe del piccolo grande uomo alle medie (e sulle madri dei compagni di classe dei miei figli potrei scrivere un trattato di psicopatologia), cosa ci vogliamo fare, ci sono le rolls-royce e le cinquecento (non quelle attuali da arricchiti dell'ultima ora, quella di mia madre...).
cosa ci vogliamo fare.
è una legge del destino?
è una tragedia greca?
cosa ci vogliamo fare??
questo è da fare, piantarla con le rolls-royce, che sempre ci saranno e di certo non hanno bisogno delle interviste del Corriere della Sera, anzi, facciamo che ce ne interessiamo un po' meno e che abbassino le ali un attimo, va là, che è meglio, e occuparci delle cinquecento (di mia madre).
andiamo a vedere gli asini messi in castigo in un angolo nella classe, spalle al muro e cappello in testa, occupiamoci di loro, con intelligenza e dedizione.
forse ancora il Corriere dela Sera non lo sa, dove vive l'inquietudine, anche scolastica, vive la brace della rinascita, dove si insinua il fallimento cova la possibilità del desiderio.
non ditemi che i vostri primi della classe hanno veramente sfondato nella vita. la perfezione scolastica, che spesso è solo il compiacimento genitoriale, parla di una forte attitudine allo studio e dell'assecondamento di desideri di altri. io ne sono l'esempio vivente, sono entrata e uscita ovunque con la lode, qualsiasi cosa io abbia studiato, ma non posso certo dire di aver azzeccato una sola singola scelta lavorativa. sono rimasta imbrigliata nel desiderio paterno e non ho capito per anni cosa volevo fare nella vita, con imbarazzi continui, scelte a metà, non scelte, rimandi, aggiustamenti, errori grossolani, ora sono una libera professionista che fa un lavoro avendo la specializzazione in un altro, non posso entrare in nessuna istituzione perchè non ne ho i titoli, pur avendo anni, decenni, secoli di studio alle spalle. 
ho fatto felice mio padre, ma non me.
quel che veste una persona di realizzazione di sè è oltre questa giacca piena di medaglie al merito, fermo restando che lo studio, nella vita, è la base di tutto. di tutto e dico e ripeto di tutto.
la scuola deve aprire allo studio e alla conoscenza, non ai crediti scuola-lavoro, idiozia mondiale, deve formare e consegnare strumenti di vita e di interpretazione dei dati, non aprire porte professionali, a parte gli istituti tecnici. deve insegnare a leggere e a scrivere. non è uno scherzo, leggete un testo di un liceale, potreste rimanere atterritti dall'orrore.
spesso le potenzialità professionali appartengono ad altre competenze, spesso, nella vita, emerge che a quelle difficoltà scolastiche degli ultimi della classe semplicemente corrispondeva una difficoltà espressiva nei ristretti ambiti della scuola italiana. mi raccontava Rovelli, nelle sue Sette brevi Lezioni di Fisica, che Enstein non era andato benissimo, in termini canonici di realizzazione scolastica, che ci aveva messo un anno -un anno passato a "bighellonare oziosamente"- un intero anno, per capire cosa fare. 
cosa fare?
lo sa già a 17 anni cosa vuole fare?
lo sa lui, o qualcun altro per lui, cosa fare?
guai a perdere tempo, ne va della vita.
dai ragazzi, piantiamola con i divi del 100 e lode, occupiamoci di cose serie, di Neet e desideri, quelli veri.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

andresti clonata all'ennesima potenza...certamente sarai difettosa da qualche parte..ma per la miseria che bella testa hai!! ok ok so che non ami le lodi, per cui end of sviolinesion (che te ne pare del mio inglese..?)
ciao madame Rouge e grazie

Rossa ha detto...

non tutti la pensano come te.