Milano, corso Sempione, Stramilano, polizia e vigili che deviano il traffico, il corso non si può attraversare, stanno per arrivare i concorrenti.
al semaforo, con una donna che dirige e devia il traffico, si impianta una macchina, mercedes? non sono pratica ma trattavasi di macchinone extra, il solito esaltato di turno tira giù il finestrino, biondo sembra abbia le meches e con ciuffo svettante, comincia a parlare, poi urlare con la donna poliziotto.
lui deve passare.
inizio della faida.
strafottenza, aria insultante, occhiale da sole, al fianco una donna -che sarà di certo dolce gentile educata e a modo- inveisce contro la polizia e la legge che gli impone di cambiare strada, rispettare le regole, aspettare il suo turno, deviare a sinistra, parcheggiare prima (la strada era piena di parcheggi vuoti) e fare 200 metri a piedi.
insulta, lui abita in Londonio, "solo dei coglioni come voi potrebbero impedirmi di raggiungere casa mia".
avanza aggressivo e si ferma a un centimetro dalla macchina che lo precede.
la donna poliziotto si allarma, prima gli spiega e poi urla a sua volta, voce rotta isterica, questo non ingiunge autorevolezza, piuttosto cedevolezza di nervi.
infatti il primate capisce che può forzare la mano, sbraita "siete ridicoli", svia a sinistra e passa lo stesso accelerando, attraversa corso Sempione tra le urla incarognite della gente che lo insulta pesantemente per quel gesto...incauto?
la perversione, la legge che non insegna il limite, che non fa un baffo, nessun riconoscimento di un ente regolatore.
il potere dei soldi, sbrodolavano giù insieme alla bava assassina, giustifica la maleducazione che spiana la strada alla trasgressione beffarda.
non so come sia finita, di polizia ce n'era parecchia, ha detto al mondo dove abitava, penso lo abbiano bloccato e poi arrestato e infine carcerato e ora giustiziato. la legge deve pur fare il suo corso.
di certo da qualche parte c'è un padre disposto a giurare che si tratta, o trattava, di un bravo ragazzo, un modello di virtù, una mente superiore, magari alla tv, magari da quel pezzente di Vespa con il canino vampiro sporgente e il prossimo coltissimo libro a dirla lunga sui tempi che corrono, magari a un'ora dal misfatto, magari con il pubblico che applaude, magari davanti al mondo che si sgretola, i muri che crollano, i primi cadaveri in studio.
ma la telecamera filma, filma tutto. "io c'ero, e ho fatto un selfie".
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