Domani, e domani, e domani,
si insinua a piccoli passi di giorno in giorno,
fino all’ultima sillaba del tempo;
e tutti i nostri ieri hanno illuminato gli stolti
fino alla morte polverosa. Su, su, breve candela!
La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore,
che si agita e pavoneggia per un’ora sulla scena,
e poi non si presenta più. È il racconto narrato da un idiota,
pieno di strepito e furore,
che non significa nulla.
ho visto un bellissimo film, Macbeth di Justin Kurzel.
crudo imponente incisivo.
sono rimasta folgorata, credo di non essermi persa nemmeno una parola.
e che parole, le parole di William Shakespeare sono pietre.
incisioni indelebili nella carne.
sono travolta dalla bellezza del testo, delle immagini, della storia.
ambientato in gran parte in Scozia, un film maestoso e potente in cui ombre e nebbie penetrano nella pelle.
le streghe la follia la morte il castello le luci la musica, tutta l'ambientazione è poderosa e originale, indimenticabile.
straordinaria la dannazione di Macbeth, condannato a perseguire il suo destino, a seguire la traccia indicata dalle voci che lo vogliono re: per ogni uomo, qualsiasi uomo, un destino già tracciato è la via per l'inferno, è la tragedia che si compie, è il racconto narrato da un idiota.
M'è parso inoltre d'udire una voce
che mi gridava: "Più non dormirai!"
Macbeth ha ucciso il sonno;
è l'assassino del sonno innocente,
il sonno che ravvia, sbroglia,
dipana l'arruffata matassa degli affanni,
ch'è morte della vita d'ogni giorno,
è lavacro d'ogni affannosa cura,
balsamo d'ogni ferita dell'animo,
secondo piatto nella grande mensa della Natura,
nutrimento principe al banchetto dell'esistenza umana.
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