“Ieri oggi Milano” è una grande mostra dedicata alla città di Milano, composta di importanti fotografie tratte dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.
Si tratta di un insieme di 170 fotografie e opere video che datano dal secondo Dopoguerra ai giorni nostri, di più di 40 autori italiani e stranieri, che offre un articolato scenario composto di situazioni diverse capaci di stimolare una importante riflessione sui grandi mutamenti che hanno cambiato il volto della città, dal punto di vista urbanistico (dalle macerie e le baracche del dopoguerra alle periferie in crescita, le fabbriche, i grandi cantieri contemporanei, il nuovo volto della città che si fa metropoli), socio-economico (la Milano operaia, le famiglie, i giovani, le donne, la borghesia), culturale (i personaggi del mondo dell’arte, del design, dell’architettura, del cinema).
All’interno del vasto patrimonio fotografico conservato presso il Museo di Fotografia Contemporanea (oltre 2 milioni di immagini, 33 fondi fotografici, più di 600 autori italiani e stranieri), molte sono le opere che raccontano la storia sociale, i personaggi, le trasformazioni nel paesaggio della città di Milano.
Questi gli autori presenti in mostra: Giampietro Agostini, Marina Ballo Charmet, Olivo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Vincenzo Castella, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Giovanni Chiaramonte, Cesare Colombo, John Davies, Attilio Del Comune, Paola De Pietri, Paola Di Bello, Peter Fischli e David Weiss, Emilio Frisia, Moreno Gentili, Paolo Gioli, Paul Graham, Guido Guidi, Giovanni Hänninen, Mimmo Jodice, Uliano Lucas, Tancredi Mangano, Paola Mattioli, Gianfranco Mazzocchi, Paolo Monti, Toni Nicolini, Enzo Nocera, Federico Patellani, Tino Petrelli, Bernard Plossu, Pietro Privitera, Francesco Radino, Achille Sacconi, Beat Streuli, Thomas Struth, Pio Tarantini, Alessandro Vicario, Massimo Vitali, Manfred Willmann, Giovanni Ziliani.
Per la varietà dei fondi fotografici indagati, il numero e l’importanza degli autori, la diversità degli approcci e degli stili (dal reportage classico, alla fotografia di architettura e paesaggio, al ritratto ambientato e di studio), oltre che dei formati e delle presentazioni, la mostra costituisce anche una concreta opportunità per il pubblico di venire a diretto contatto con decine di significative opere fotografiche appartenenti alle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea: un vero e proprio incontro con il Museo.
L’ambiente espositivo dello Spazio Oberdan ben si presta a una narrazione chiara e utile ai visitatori: nell’ampio salone al primo piano sono presentate opere datate dalla metà degli anni Novanta a oggi incentrate sul paesaggio urbano, dal centro storico alle periferie ai grandi cantieri, fino ai grattacieli di recente costruzione, di una Milano postindustriale e postmoderna, quasi tutte di formato molto grande e a colori; nelle stanze che si susseguono nella “balconata”, fotografie che vanno dal dopoguerra agli anni Ottanta, prevalentemente dedicate alla storia della città, alla società milanese, al lavoro operaio e alle fabbriche , ai principali personaggi dell’arte e della cultura, con tipici formati “storici”, quasi tutte in bianco e nero, che rimandano alla funzione di memoria tipica della fotografia.
Francesco Radino
Gabriele Basilico
Giampietro Agostini
Luca Campigotto
Olivo Barbieri
Thomas Struth
una bella mostra, anche se non tutto è alla stessa altezza.
è divisa per sessioni, per periodi, si parte dalla Milano 2015 e si arriva alla Milano del dopoguerra.
subisco il fascino, oltre che delle foto di assembramento studentesco, della Milano grandi dimensioni, foto enormi che mi capovolgono, mi risucchiano dentro, con il solito orgoglio cittadino.
e poi rimango a bocca aperta sul bianco e nero della vecchia, vecchissima Milano.
Gianni Berengo Gardin
Federico Patellani
Emilio Frisia
Valentino Petrella
che dire delle tre ragazze partigiane della Milano 1945? mi affascinano, sembrano in gita con quei mitra in mano, sono anche eleganti, pettinate, belle, decise, quasi sorridenti, precedono gli uomini, sono dominanti. qualcosa è cambiato, la lotta è vinta.
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