per casino si intende disordine.
non so se disordinato è stato il mio esperimento, postare solo foto senza commento.
è meglio se mi esprimo, guardo le foto e non mi bastano, ho la percezione, ossessiva, di un lavoro mal fatto, incompiuto.
All'Hangar Bicocca c'è «Casino». È il titolo scelto da Damián Ortega per la sua prima personale in Italia. «Casino come disordine, qualcosa che va fuori controllo. Ma un disordine produttivo, energetico, che esprime idee», spiega l'artista messicano, classe 1967, figura emergente della scena internazionale. La mostra, curata da Vicente Todolì, presenta 19 opere dai primi anni Novanta ad oggi. Filmati, sculture di varie dimensioni e installazioni che rivelano i temi di ricerca dell?autore: materia, spazio, tempo, oggetti comuni, società, politica. Non aspettatevi scultura tradizionale: Damián Ortega è un concettuale, un autodidatta che ha iniziato giovanissimo come caricaturista, uno spirito trasgressivo che ama sovvertire le regole. Così ciò che è solido diventa instabile, ciò che è statico diventa dinamico, e le apparenze ingannano (Vanzetto Chiara, Corriere della Sera).
All'Hangar Bicocca c'è «Casino». È il titolo scelto da Damián Ortega per la sua prima personale in Italia. «Casino come disordine, qualcosa che va fuori controllo. Ma un disordine produttivo, energetico, che esprime idee», spiega l'artista messicano, classe 1967, figura emergente della scena internazionale. La mostra, curata da Vicente Todolì, presenta 19 opere dai primi anni Novanta ad oggi. Filmati, sculture di varie dimensioni e installazioni che rivelano i temi di ricerca dell?autore: materia, spazio, tempo, oggetti comuni, società, politica. Non aspettatevi scultura tradizionale: Damián Ortega è un concettuale, un autodidatta che ha iniziato giovanissimo come caricaturista, uno spirito trasgressivo che ama sovvertire le regole. Così ciò che è solido diventa instabile, ciò che è statico diventa dinamico, e le apparenze ingannano (Vanzetto Chiara, Corriere della Sera).
della mostra di Ortega all'Hangar Bicocca sono notevoli, in particolare, le scomposizioni magistrali, le chiamerei così.
la macchina, un maggiolino Volkswagen, si impone allo sguardo, da un parte è tutto intero e intriso, nelle ruote, di grasso. dalle proiezioni si capisce che stato in battaglia, un essere, una cosa?, torturata e imbrigliata. so che è anche stata sepolta, se possibile.
la sua scomposizione, Cosmic Things -titolo o altezzoso o sarcastico-, ne ricorda la natura di cosa, fatta di molte cose e la sua esposizione mi fa pensare, in verità, a una dimostrazione ordinata, in cui ogni cosa è al suo posto e non potrebbe che essere che così, pena l'inutilità della cosa.
che Ortega mi voglia ricordare di quante cose facciamo uso? che anche le cose sono oggetti di civiltà? che fanno civiltà? che fanno politica? che rumoreggiano e si esprimono.
se mi volto e guardo un'altra scomposizione magistrale, la più attraente, Controller of Universe -titolo o ambizioso o ironico- vedo un'altra possibile interpretazione: utensili di tutti i tipi, esplodono nello spazio. se sto fuori mi minacciano, mi vengono addosso, mi faranno del male, se sto dentro, sono io la minaccia, tra poco vi faccio fuori, attenti alla mia furia. la cosa esce dal controllo umano, diventa lo strumento di discontrollo, arma contro la civiltà.
più concettuali sono i nove filmati dei domino in mattoni, creano disagio, si passano i minuti a vederli cadere, a uno ad uno: è l'angoscia del tempo, se ci pensi.
più concettuali sono i nove filmati dei domino in mattoni, creano disagio, si passano i minuti a vederli cadere, a uno ad uno: è l'angoscia del tempo, se ci pensi.
boh, fatene quel che volete, è un gioco divertente, nulla più.
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