l'ultima scena vale tutto il film.
ma direi che il film vale comunque.
anzi, finalmente un bel film dopo molte delusioni, vedi Turner, vedi Birdman, film noiosi con poco da dire.
fa eccezione Shaun, vita da pecora -cosa?- delizioso film dagli stessi animatori di Wallace e Gromit -come?-, ma questo è un mondo a parte, muto e leggero, e consiglio a tutti di salirci sopra, figli o no.
tornando a noi l'ultima scena di Whiplash è da infarto, io ho sudato come stessi scalando una montagna. al termine qualcuno ha accennato a un applauso, e ne ho avuto l'istinto anche io, evento raro al cinema.
questo film è due cose: musica e nome del padre.
musica molta musica, un film sulla musica, il jazz, la passione e la fatica. la dedizione alla musica.
la follia della musica? anche nella musica, come per ogni desiderio, la passione può sfiorare la follia, del discente, dell'insegnante.
il ragazzo Andrew, suona la batteria, jazz, alla Shaffer, rinomata scuola di NY. e sembra non saper pensare ad altro. nessun amico, nessuna vita sociale, nessuna relazione d'amore, niente, solo la musica e un padre, amorevole come una madre. la madre non c'è più, morta molto tempo fa. anche il padre, di fatto non c'è, non c'è la legge e la regola del padre, la spinta sociale, ma c'è un padre protettivo che compra le gelatine di frutta e interpella gli avvocati a difesa del figlio.
l'insegnante, Terence Fletcher, è sadico. carpisce informazioni con faccia d'angelo e rivolta tutto a danno del discepolo, usa le informazioni per umiliare, danneggia tutti con una ferocia senza senso. di fatto è un pessimo insegnante, un folle alla ricerca di una soddisfazione personale che non trova pane per i suoi denti. produce frustrazione e abbandoni, pure suicidi tra gli allievi, e non si placa, convinto che al suo sadismo conseguirà la vittoria sulla mediocrità. senza risultato.
eppure, il film ce lo racconta, l'incontro tra i due, un giovane talento alla ricerca di un padre padrone e un insegnante fallito, aggressivo e nocivo, produrrà l'effetto desiderato, la rivelazione del talento.
l'ultima scena consacra questo incontro riuscito. all'ennesima cattiveria dell'insegnate, all'ennesima illusione del ragazzo, all'ennesimo abbraccio amorevole e compassionevole del padre, segue l'esplosione del desiderio, della riuscita personale.
sembra che Andrew sia stimolato dalla ferocia di Fletcher, in fondo non fa che cercarla. la cerca come unica fonte di stimolo, come unica possibilità di espressione della sua ambizione smisurata. nel film abbandona temporaneamente la musica ma per amore di un padre angosciato per lui.
sembra che Fletcher stia solo aspettando questa occasione, qualcuno capace di rispondere alla sua ferocia con accanimento e ferocia del tutto speculare alla sua. in fondo il nostro ragazzo suona fino al sangue dalle mani, le immerge nell'acqua gelata, si sottopone a prove da marine sul fronte, e non gli dispiace morire per la musica. sa rialzarsi da un incidente in auto mortale e correre alle prove grondante sangue e trauma, appunto. musica e sangue. musica e guerra.
da detonatore alla riuscita di tutto questo ritroviamo il padre, il suo abbraccio, il suo amore incondizionato, il suo amore materno. il padre avvolge il figlio, accorre per consolarlo del tranello escogitato dal folle insegnante per umiliarlo, e il figlio trova lì lo slancio per tornare dal padre che ha trovato, il suo sadico persecutore.
e sarà intesa tra loro, uno sguardo di reciproca ammirazione e accettazione sancirà il successo per entrambe.
scena finale.
applauso.
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