in attesa di Grey's Anatomy, che va un po' scadendo ormai, vedo la Gruber su La7. lei è inguardabile, la solita maschera facciale oscena portata dalle donne che hanno paura di morire. suoi ospiti : Corrado Augias e un certo Pietrangelo Buttafuoco, personaggio un po' paranoico e francamente dall'eloquio povero e infarcito di luoghi comuni. Augias, che ha fatto l'errore di dire superficialmente qualche parola di troppo ma che ha rimediato all'aggressività dell'altro con molto savoir faire, ha presentato un suo libro, Il lato oscuro del cuore, citando un commento di Massimo Recalcati, secondo il quale, a volte, da parte delle donne che sono abusate c'è un certo godimento nell'essere abusate. è chiaro che un'affermazione del genere può essere male interpretata dal pubblico, come una minimizzazione o svalorizzazione della gravità del problema, ma è un'interpretazione psicoanalitica, che vale anche per chi fuma a onta di una broncopneumopatia ostruttiva o di un tumore ai polmoni: gli essere umani fanno cose nonostante facciano male, o meglio, proprio perché fanno male. Freud lo chiamava istinto di morte, Lacan, godimento. trattasi di godere di ciò che ci fa male, alimentandolo anzichè interromperlo. penso sia esperienza comune.
quei 10 minuti di tv erano intrisi di parole come psicoanalisi, interpretazione, Recalcati, e anche di reazioni anomale. mi ha colpito la reazione del Buttafuoco, che si altera e invoca la sua emarginazione discriminazione culturale, facendomi pensare a una difesa rispetto a qualcosa che tocca, che non si può accettare e poi immediatamente rimandata al mittente. spesso l'aggressività verso l'altro è rapidamente smaltita e giustificata come una giusta reazione a qualche tipo di ingiustizia subita ma, più propriamente, è l'impossibilità di accogliere qualcosa che ci riguarda molto da vicino. pensavo a una mia paziente, vista mercoledì mattina che, finalmente, ha cominciato a "lavorare" su di sè, a non proiettare meccanicamente sull'Altro colpe e torti. finalmente lavora sulla sua responsabilità, la responsabilità dei suoi sintomi. vede la datrice di lavoro aggressiva e intollerante con lei per cose da nulla, e si domanda: non farò la stessa cosa con la mia colf? che, recentemente, la infastidisce oltre modo e le provoca forti moti di ansia e aggressività. lentamente si avvicina alla verità dei suoi sintomi, ovvero al dubbio, in questo caso, che il problema non sia nell'altro, ma in noi.
“Il vero consiste del dubbio. E' solo dubitando che ci si avvicina alla verità delle cose”, dice Leopardi.
3 commenti:
il mio primo dubbio : ma sicuro sicuro che Massimo Recalcati abbia detto una cosa del genere? e che Augias l'abbia ripetuta? magari dovrò vedere tutto il contesto, perchè due persone che stimo, per correttezza intellettuale e morale, non ritengo possano mai neanche pensarlo intimamente una cosa così. Forse Recalcati, in una seduta può aver sentito da una sua paziente, ma che scaturisca da un suo pensiero sui generis mi mette i brividi altro che dubbi.
ecco appunto, questa è la reazione. è un'interpretazione analitica dell'inconscio, non un giudizio sui fatti. è una valutazione sulla posizione inconscia della vittima, in generale, come ho detto, anche in situazioni più comuni. nulla toglie alla drammaticità dei fatti e alla punibilità degli abusi, mi sembra ovvio. non è una posizione maschilista, se è questo che pensi. Recalcati è uno psicoanalista lacaniano, e Lacan dice questo,ovvero cos'è il godimento, la pulsione di morte in tutti noi. sono sicura, chiediglielo se vuoi!! e sembra che Augias racconti una storia con un personaggio femminile controverso che incarna questa condizione umana. tu ti fai prendere dalla foga, cara S., leggi con calma...
si è vero, lo faccio spesso...avevo capito il senso intriseco, però mi sembra strano, solo perchè, essendo tutti e due divulgativi, sicuramente avranno spiegato "il senso" ma avulso dal contesto fa abbastanza impressione. :)
grazie!
Posta un commento