“Ho così vestito di vestigia ceramiche, mobili e cose
e ho così riposto in ogni opera un messaggio,
un piccolo racconto certe volte ironico,
senza parole evidentemente,
ma udibile da chi crede nella poesia“
Piero Fornasetti
un'orgia.
se ne esce quasti storditi da troppa abbondanza, ma felici.
per tutto il tempo della mostra, man mano che venivo travolta, assalita?, dalla produzione INFINITA di questo genio della creatività, mi sono domandata che specie di bulimia, di voragine, di buco nero insaziabile doveva animare e muovere l'energia inesauribile di questo autore.
certamente aspirava all'eternità, un bisogno così ossessivo di colmare ogni vuoto, ogni mancanza, ogni spazio, vorrebbe annullare l'ineluttabilità della morte.
certamente aspirava all'eternità, un bisogno così ossessivo di colmare ogni vuoto, ogni mancanza, ogni spazio, vorrebbe annullare l'ineluttabilità della morte.
un'amica mi disse, prima che la vedessi: avrei comprato tutto.
un'altra bulimica!
di fatto si fanno i conti con una produzione oggettistica che ha dell'inverosimile -quanti secoli ha vissuto quest'uomo per avere il tempo di fare tutto questo?- con una fantasia e una prolificità apparentemente instancabili.
Un artista che vuole avere successo non è più un artista. E’ una persona che vuole avere successo. Se si adegua alle mode arriva in ritardo perché ormai si sono adeguati tutti. Quindi forse l’idea è quella di non adeguarsi, di essere originale. Per esempio sto proponendo l’idea di creare delle cose per la moda che non passino di moda.
cosa ho visto? tutto.
secondo me non mancava niente.
portaceneri
vassoi
paraventi
portaombrelli
tavoli
carte da parati
troumeau
gatti
foulard
tappeti
stampe
caffettiere e teiere
tazze
porte
scrivanie
posate
calendari
madie
specchi
camere di appartamenti e sale cinematografiche.
tutto.
sarò rimasta stordita o ipnotizzata ma mi è piaciuto tutto!
anche la patologia di cui soffriva, il Fornasetti.
il segno, il codice, il suo è inconfondibile, dal pesce alla farfalla, dai volti alle mogolfiere.
Pittore, stampatore, progettista, collezionista, stilista, raffinato artigiano, decoratore, gallerista e ideatore di mostre, Fornasetti è stato una personalità estremamente ricca e complessa. Ha disegnato e realizzato circa 13.000 tra oggetti e decorazioni: un universo fatto in egual misura di rigore progettuale, artistico e artigianale come di fantasia sfrenata, invenzione surrealista e poesia. Il percorso della mostra alla Triennale di Milano si articola in sezioni che spaziano dagli esordi pittorici vicini al Novecento alla stamperia di libri d’artista, dalla stretta collaborazione con Gio Ponti negli anni ’50 e ’60 ai più difficili anni ’70 e fino al 1988, anno della sua morte, un lungo periodo contrassegnato per la maggior parte dal dogma razionalista imperante della funzionalità nell’architettura e nel design che ha fatto di lui una figura marginale senza per questo spegnerne la creatività vulcanica. La mostra si compone di oltre 1000 pezzi provenienti per la maggior parte dallo straordinario Archivio curato da Barnaba Fornasetti, che prosegue ancora oggi l’attività avviata dal padre.
A chi mi chiede lumi per apprendere il “design”, questo strano mito dei nostri tempi, rispondo: Andate a scuola di nudo questa è la scuola cui apprendere il design. Il saper disegnare, come gli antichi, permette di organizzare, di progettare una cosa o un oggetto, una vettura o il frontespizio o la pagina di un libro.
secondo me non mancava niente.
portaceneri
vassoi
paraventi
portaombrelli
tavoli
carte da parati
troumeau
gatti
foulard
tappeti
stampe
caffettiere e teiere
tazze
porte
scrivanie
posate
calendari
madie
specchi
camere di appartamenti e sale cinematografiche.
tutto.
sarò rimasta stordita o ipnotizzata ma mi è piaciuto tutto!
anche la patologia di cui soffriva, il Fornasetti.
il segno, il codice, il suo è inconfondibile, dal pesce alla farfalla, dai volti alle mogolfiere.
Pittore, stampatore, progettista, collezionista, stilista, raffinato artigiano, decoratore, gallerista e ideatore di mostre, Fornasetti è stato una personalità estremamente ricca e complessa. Ha disegnato e realizzato circa 13.000 tra oggetti e decorazioni: un universo fatto in egual misura di rigore progettuale, artistico e artigianale come di fantasia sfrenata, invenzione surrealista e poesia. Il percorso della mostra alla Triennale di Milano si articola in sezioni che spaziano dagli esordi pittorici vicini al Novecento alla stamperia di libri d’artista, dalla stretta collaborazione con Gio Ponti negli anni ’50 e ’60 ai più difficili anni ’70 e fino al 1988, anno della sua morte, un lungo periodo contrassegnato per la maggior parte dal dogma razionalista imperante della funzionalità nell’architettura e nel design che ha fatto di lui una figura marginale senza per questo spegnerne la creatività vulcanica. La mostra si compone di oltre 1000 pezzi provenienti per la maggior parte dallo straordinario Archivio curato da Barnaba Fornasetti, che prosegue ancora oggi l’attività avviata dal padre.
Mi piace per esempio, in questi ultimi tempi, dipingere all’acquerello dei fiori delicati. E che sulla carta ci sia il meno possibile, avendo cercato di capire la lezione di Morandi. La teoria dello Zen. Guarda il bambù per dieci anni, poi dimenticalo, poi dipingi il bambù. Interiorizzare, creare, produrre. Non faccio i ritratti dal vero, li estraggo dalla memoria. Magari faccio degli schizzi ma poi produco tutto a memoria altrimenti che ritratti sono! Sarebbero una copia. Io mangio mele perché mi piacciono, poi faccio disegni di mele: l’essenza della mela.
Il nostro mestiere è senza limite, a tempo pieno. Non c’è orario.
Giorno, e anche notte. I miei sogni li traduco in realtà, qualunque cosa faccia.
A chi mi chiede lumi per apprendere il “design”, questo strano mito dei nostri tempi, rispondo: Andate a scuola di nudo questa è la scuola cui apprendere il design. Il saper disegnare, come gli antichi, permette di organizzare, di progettare una cosa o un oggetto, una vettura o il frontespizio o la pagina di un libro.
Mi reputo anche l’inventore del vassoio, perché ad un certo momento della nostra civiltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio, una poesia. Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia.
Dai canoni e dagli ordini ho imparato il rigore, l’amore per la simmetria, l’equilibrio e si può dire in questi tempi di barbaro ritorno alle barbarie, L’ARMONIA. Li ho riproposti su delle forme semplici e pulite, ho sposato la decorazione alla forma
‘…Un oggetto Fornasetti ha il potere di cambiare le vibrazioni di un luogo, e non in virtù del suo essere un oggetto bello e decorativo – non si tratta di questo. Potreste trovarvi ad esempio in una stanza molto bella, decorata con gusto, piena di begli oggetti di design, ma che resta sostanzialmente una stanza con i piedi per terra. Mettete un Fornasetti in questa stessa stanza e ed essa assumerà una dimensione del tutto differente, quella del sogno… Ogni oggetto di Fornasetti è una porta aperta attraverso la quale si viene risucchiati, come avviene in `Alice nel paese delle meraviglie’.
Dal libro di Brigitte Fitoussi, “Fornasetti, conversation with Philippe Starck”
adesso è facile, si potrebbe dire, ma questo pensiero l'ho sfiorato anch'io.
aggirandomi nel mondo fantastico di quest'uomo io ho pensato ad Alice nel Paese delle Meraviglie, mia adorata.
è come quando una porta di una stanza con un tavolo altissimo si apre su un mondo nuovo e un fantastico giardino di viole pansé, quando la caduta in un pozzo apre a un'altra dimensione, quando mangiare un pezzo di fungo ti eleva sopra gli alberi con un collo di giraffa.
quando ho letto in questo commento sono stata felice di aver avuto un pensiero condiviso.
Fornasetti for ever.
2 commenti:
strabiliante!!evocativo,arcano,quasi mistico.Fornasetti è semplicemente abbagliante! grazie Rossa.
si davvero, bello e divertente, ricco.
ciao linx.
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