Ancorato alle millenarie radici della sua cultura, la reinterpreta reinventandola, aprendola alle tensioni della contemporaneità, toccando nei suoi versi tutti i grandi interrogativi del nostro esistere e ricordandoci che la poesia è la nostra unica lingua madre. Vive e poeta da esiliato non solo dalla sua terra, spingendo al confine estremo il suo vedere. Un esule assoluto e distante cantore, profondo al di là del nostro spazio-tempo.
Così la giuria del Premio Internazionale Nonino 2012 ha raccontato Yang Lian, poeta cinese esiliato dopo il massacro di Tienanmen, annunciandone la vittoria.
Yang Lian è nato a Berna 1955, ma poco dopo segue la famiglia di ritorno in Cina. Inizia a scrivere poesie nel 1976 e circa tre anni dopo pubblica in una rivista indipendente. Nel 1989, dopo molti viaggi all’estero, è costretto a un lungo periodo di esilio, per aver condannato pubblicamente le scelte del Governo cinese a seguito degli avvenimenti di Piazza Tienanmen. Nel 1994 decide di stabilirsi a Londra, dove attualmente vive e lavora. Le sue opere sono state tradotte in 25 lingue. In Italia, i suoi versi sono stati pubblicati da Einaudi nell’antologia “Nuovi poeti cinesi”, nel 2004 è uscita la raccolta “Dove si ferma il mare” per Scheiwiller. È uno dei vincitori del Premio Nonino 2012.
mi sono avventurata tra Lacan e la Cina, e, tra molte cose noiose o poco comprensibili del prestigioso convegno cui ho assistito a ottobre, almeno una è stata folgorante. come ho già avuto modo di dire Claudia Pozzana ha fatto una lezione magistrale parlando e spiegando i nuovi poeti cinesi, intersecandoli con la lezione di Lacan. ha citato poesie di una bellezza ancestrale e moderna allo stesso tempo.
ha citato Yang Lian, poeta che ho già avuto modo di conoscere sul mensile Poesia e del quale ho già avuto modo di parlare (http://nuovateoria.blogspot.it/2013/04/questa-stanza-che-ti-pensa-in-cui-non.html).
ecco comparire i coccodrilli: Lacan usa la metafora del coccodrillo per parlare della madre, la famelica bocca materna che azzanerebbe e ingloberebbe i propri stessi figli se non ci fosse il palo "paterno" a tenerle aperte le fauci. è l'intervento del padre che impedisce il divoramento cannibalico della madre verso i propri figli. e allora...guarda un po' questa poesia com'è divorante...
ma il coccodrillo è anche, o forse chissà soprattutto, il pericolo mortale insito nella lingua che anima l'inquietudine di ogni poeta, soprattutto contemporaneo: ogni carattere cinese, dice Yang Lian, è una trappola nella quale cadono intere generazioni. insomma, come emanciparsi da una tradizione così potente, ancestrale, viscerale, inglobante e diventare un poeta moderno?
ma il coccodrillo è anche, o forse chissà soprattutto, il pericolo mortale insito nella lingua che anima l'inquietudine di ogni poeta, soprattutto contemporaneo: ogni carattere cinese, dice Yang Lian, è una trappola nella quale cadono intere generazioni. insomma, come emanciparsi da una tradizione così potente, ancestrale, viscerale, inglobante e diventare un poeta moderno?
Coccodrilli
1
Il coccodrillo ti morde con lo sguardo
palpebre come foderi di coltelli
nascondono denti insonni
sentieri nella carne
premono verso lo stagno
sei divorato dalla tua stessa occhiata
2
Bocche enormi sui volti altrui
a te è rimasta solo una dentiera
corallo infranto verde inchiostro
macchie di sangue fauci spalancate
postura minacciosa
resa
3
Grasse scaglie in acqua morta
senti un brulichio di formiche
strisciare fuori dalle fessure delle ossa
gravida dopo un prurito spasmodico
l’utero come un formicaio
una covata di coccodrilli innati carnivori
4
Il rumore dello strappo ha un che di gioioso
bellezza dello stridore degli scheletri
il tuo nome affila i tuoi denti
il tuo sangue condivide il tuo piacere
quando stabilisci la morte altrui
ancora una volta uccidi te stesso
5
Appena dal midollo fangoso le menzogne ti attaccano
vieni schiacciato sotto una pesante armatura
mura crollate
cadono intorno
le alghe ascoltano
nel corpo la battaglia senza nessuno
6
Dopo feroci assassinii e cannibalici banchetti
può esserci ancora pentimento
in forma di continui rigurgiti
che forse sono invece le scuse dovute dai morti
per quella puzza di resti maldigeriti
nello stomaco del padrone
7
Il coccodrillo come un ideogramma che stringe le narici
ti disdegna
non fa che fluttuare su questa pagina bianca
disperato chiedi aiuto
con ideogrammi da tempo latenti
sprofondando nell’acqua piena di coccodrilli
Yang Lian
Questa poesia è tratta dal volume “Nuovi Poeti Cinesi”, a cura di Claudia Pozzana e Alessandro Russo, Einaudi 1996.
di Yang Lian leggo che è un poeta straordinario con una sensibilità occidentale, modernista, unita a una cinese, antica, quasi sciamanica. è capace di entusiasmarti e terrorizzarti. il suo lavoro è un ponte tra la tradizione cinese e il modernismo occidentale, la portata della sua immaginazione è sorprendente.
detto questo la poesia mi piace e mi colpisce, è densa e aspra, alcune parole feriscono a morte, altre puzzano di putrefazione, altre richiamano aiuto e piangono disperazione.
Una poesia non è altro che un tentativo di trascendere i confini della lingua e un poeta è solo qualcuno che si arrampica sui muri, che tenta di superare quel muro costruito dai capolavori del passato.
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