Il passero
Apritemi, per favore,
la finestra del salotto:
sono un povero passerotto
che ha freddo fino al cuore.
Vi ho visti che piantavate
in un angolo del tinello
quel meraviglioso alberello
dalle foglie incantate:
ogni ramo si curva al peso
di un frutto sconosciuto,
e su ogni ramo ho veduto
una stella col lume acceso.
Vi spiavo dal davanzale
piuma piuma intirizzito:
ma adesso l'avete finito,
l'albero di Natale.
Adesso tutto è a posto:
fatemi dunque entrare,
il mio nido potrei fare
sul ramo più nascosto.
Non vi darei tanta noia,
sono un passero per benino.
E per il vostro bambino
pensate domani che gioia
trovare tra i doni
dietro una mezzaluna di latta,
fra la neve d'ovatta
la ruggine di vetro,
trovare un passero vero
con un cuore vero nel petto
che guarda dal suo nidetto
con il vivo occhio nero,
una viva creatura
che vuol essere scaldata,
che ha bisogno d'essere amata,
che ha freddo, fame, paura...
I bambini sono tutti buoni,
e andremmo d'accordo, perché
chiedo così poco per me
di tutti i loro doni:
un cantuccio di torrone
per appuntirci il becco,
il biscotto più secco,
la crosta del panettone...
Che tenero frullo d'ale
in cambio vi posso dare!
Lasciatemi volare
sull'albero di Natale.
Gianni Rodari
su richiesta del piccolo grande uomo.
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4 commenti:
Bello Rodari, l'ho scoperto da grande e non l'ho mai "usato", né da piccolo né da genitore.
Queste sue filastrocche sono strumenti da usare per crescere liberi e affettuosi: libertà e affetto sono forse le virtù fondamentali.
Dal post precedente, Amore e Psiche, capisco quanto ho da imparare su amore e desiderio. Ci lavorerò e studierò, per capire, per essere.
E non posso mancare di farti i miei più sinceri auguri di un nuovo anno sereno: te lo meriti.
Ciao!!
Paolo
me lo merito? no dai non dire così...è strano sentirsi dire questa cosa...non credo di meritare niente, se non quanto tutti gli altri, o quanto te.
quindi un mondo di auguri, Paolo.
ciao..
00000
La poesia è troppo lunga ci vuole tropo
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