c'è una farfalla, in greco “psyche”, che indica l'immortalità dell'anima.
c'è in entrambe le opere d'arte.
nelle mani di Psiche nella statua di Canova o sopra la sua testa, nel quadro di Gérard.
ma, seppure è vero che Psiche , grazie al coraggio della sua indomita curiosità, arriverà a conquistarla, non è di immortalità che, secondo me, parla questo bellissimo mito.
Milano, Palazzo Marino, quest'anno è di scena "Amore e Psiche".
versione di Antonio Canova, versione di François Gérard.
spinta dalla curiosità, anche io!!, di capire come e quando andare, attirata dalle iniziative della città intorno a questo evento artistico importante per la città, mi sono fatta sedurre da una proposta serale, martedì scorso, precisamente un incontro sul tema trattato nelle due opere.
presenta Lella Costa (mia sorella), intervengono Giulio Giorello e Natalia Aspesi.
santo cielo che perdita di tempo sono proprio un'allocca a volte.
mi aspetto un'oretta a tema, un'oretta sensata, una spinta per andare poi di corsa, matta di curiosità, a vedere i due capolavori in esposizione.
mi aspetto.
mi aspettavo.
qualcosa.
ma scema veramente. chiacchiere da bar, la Aspesi è una zabetta acida a mollo nei luoghi comuni, Giorello una persone tendenzialmente sensata ma non brillante e non sempre sintona sulla risposta, Lella fa il possibile con la sua leggera ironia per tenere insieme i pezzi, ma il risultato è francamente desolante.
gli interventi del pubblico, a un certo punto, sono scivolati nel peggiore vetero femminismo, ho sentito donne single inasprite dalla solitudine elargire i soliti commenti inascoltabili sulle donne coraggiose e vere e gli uomini mammoni falsi e vigliacchi. machepalle!! anche quando si parla del mito di amore e psiche mi devo sorbire 'ste fregnacce?
una gesticolava in modo volgare pontificando sul maschio succube della madre, un'altra, dopo il mio intervento, sulla bellezza dell'amore e sull' "esistonologiuro" di coppie felici che non hanno bisogno di fare strategie di bassa lega per trovare l'armonia.
ma amore e psiche ?
l'argomento era il mito o il sesso senza legami? l'incontro tra l'anima e il corpo o i maschi che mordono e fuggono? sul sesso al primo appuntamento e sull'eterna superiorità femminile o sul desiderio e la mancanza?
ci ho provato a intervenire, deficiente che sono, sono stata presa per supponente e fuori tema. Lella mi dice: certo si sa , è vecchia storia quella che in amor vince chi fugge...ho detto questo?
il mito non parla di una storia di coppia, non parla dell'amore e del lieto fine, non parla del matrimonio e della figlia di loro, Voluttà. il mito termina con la scoperta del volto (e del sesso) di amore illuminato dalla lanterna di Psiche. il mito parla della parabola del desiderio.
desiderio e amore non sono la stessa cosa, santo il cielo.
la storia: nella vicenda narrata da Apuleio, Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, diventa sposa di Cupido senza tuttavia sapere chi sia il marito, che le si presenta solo nell'oscurità della notte. Scoperta su istigazione delle invidiose sorelle la sua identità, è costretta, prima di potere ricongiungersi al suo divino consorte, a effettuare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l'immortalità.
ho avuto modo di avvicinarmi al mito di eros e Psiche studiando Lacan, che era rimasto colpito soprattutto guardando quest'opera, di Jacopo Zucchi della fine del 1500. quel che colpisce è che il disvelamento della figura di Amore comporta il dissolvimento della pienezza creata nella cecità, e la scoperta che, letteralmente, il sesso di Eros non c'è, in questo caso pienamente nascosto dai fiori della pianta. non entrerò nel merito secondo cui per Lacan il rapporto sessuale non esiste e nemmeno sulla minaccia della castrazione (Psiche in una mano porta la lanterna, nell'altra una scimitarra..affilata...), ma quel che mi preme dire di questo mito e di questa storia è che il desiderio (non l'amore) nasce si fonda e si sviluppa sulla mancanza. Psiche, nel buio, è solo anima, diventa soggetto, e prova pathos, nel momento in cui le si disvela una mancanza. Psiche desidera e si congiunge con Eros nella totale cecità, non lo vede, non sa chi sia nè che forme abbia, potrebbe anche essere un mostro, il suo disvelamento comporterà per Psiche l'inizio dei suoi guai, ovvero la serie infinite di prove da superare, ma, in sostanza, Psiche comincia ad esistere nel momento in cui il desidero che la colmava, si sottrae e le sfugge. ciò che Psiche sta per tranciare è già scomparso davanti a lei, è già diventato mancanza.
l'opera di Canova, di eleganza insuperabile, raffigura un gesto gentile e affettuoso tra i due amanti: la conquista dell'immortalità, ormai nelle mani di Psiche, segna quasi un abbraccio triste, tra una Psiche donna e un Eros accasciato su di lei, quasi la consapevolezza di una mancanza in cambio di una vita coniugale, eterna.
nel quadro di Gérard mi colpisce, oltre alla bellezza di lei e all'immaturità maschile-virile di lui, lo sguardo di Psiche, nel vuoto, quesi cieco. lei non lo vede, e così lo desidera, ciecamente.
Quella che segue, la legge Lella (mia sorella), sull'amore felice.
la poesia della Szymborska come al solito merita, ma non è in tema.
Amore e Psiche non è la storia dell'amore felice, ma quella del rapporto tra anima e desiderio.
Un amore felice. E' normale?
è serio? è utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l'uno verso l'altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così - in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo -
perchè proprio su questi e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i princìpi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po',
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono - è un insulto.
In che lingua parlano -
comprensibile all'apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che si inventano -
sembra un complotto contro l'umanità!
E' difficile immaginare dove si finerebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?
Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l'amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.
Wislawa Szymborska
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