bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 4 dicembre 2011

scrittura di luce

o con la luce.
se intendiamo scrittura di luce, allora il fotografo è solo un ricettore di immagini, è il mondo che, con la penna, scrive di sè.
se intendiamo con la luce, allora, dice Ferdinando Scianna, il fotografo scrive con la luce, è lo scrittore del mondo.

Scianna fotografa Marpessa
"il fotografo guarda cercando di vedere, ogni tanto vede qualcosa.
Le mie immagini sono costruite attorno alla struttura dell’ombra. Fotografia vuol dire scrittura di luce o scrittura con la luce, forse entrambe le interpretazioni sono valide.
La peculiarità della fotografia? Catturare una fetta di visibile, una fetta di tempo, l’irrevocabilità dell’istante. Quella del fotografo è una maniera di vivere curiosa, schizofrenica, di vivere nel presente, sapendo di costruire memoria".





Basilico fotografa Beirut
"Nel 1991 fui coinvolto dalla scrittrice libanese Dominique Eddé in un progetto che aveva come obiettivo la documentazione fotografica dell’area centrale della città di Beirut. Il lavoro era stato pensato per un gruppo di fotografi le cui esperienze si sarebbero liberamente incrociate. Mi sono trovato a lavorare accanto a Raymond Depardon, René Burri, Joseph Koudelka, Fouad Elkoury e Robert Frank. …L’area topografica individuata era uguale per tutti. La parte centrale della città limitata a nord dal mare, a sud dalla tangenziale chiamata Ring, a est dal quartiere cristiano e a ovest da un quartiere misto.  Non si trattava di realizzare un reportage o di produrre un inventario, bensì di comporre uno “stato delle cose”, un’esperienza diretta del luogo affidata ad una libera interpretazione, in un momento delicatissimo e irripetibile della storia di Beirut: la fine, nel 1990, di un’estenuante guerra iniziata quindici anni prima, e l’attesa di una ricostruzione annunciata"





Branzi fotografa Napoli
“Usciti dalla guerra c’era la necessità di conoscere e io provenivo da un ambiente cattolico toscano politicizzato. L’attenzione si è indirizzata verso il sociale, matrice culturale iniziale. A quei tempi non c’era l’omologazione del consumismo, ma il bisogno di capire”




Fotografica 2011, via Tortona 32, 30 novembre-4 dicembre,  Milano.
l'anno scorso mi sono rivoltata per l'entusiasmo, ieri sera non mi sono rivoltata affatto, ho ascoltato qualcosa, visto anche perfino meno.
però ho assistito alla presentazione di questo progetto, Fotografia Italiana, che presenta alcuni dvd documentari su diverse illustri personalità del mondo della fotografia italiana: Scianna, Jodice, Fontana, Basilico, Branzi, Gardin e altri. più che di foto si parla di fotografi, più che immagini si osservano destini umani, più che di inquadrature si tratta di opinioni.
quello che osservo è, direi per tutti, un mondo in bianco e nero, senza spazio per il colore. il colore è una dotazione umana non indifferente, ma la rappresentazione del mondo attraverso il rettangolo fotografico predilige il contrasto netto, manicheo: o bianco o nero, o luce o ombra, o dentro o fuori.
ma l'occhio umano non vede così.
la scrittura fotografica sembra prediligere l'insaturo, evitare l'inondazione del colore, impiegare la mancanza e l'imperfezione per ottenere incisività e forza narrativa. preferisce deprivarsi per potenziarsi.
è curiosa questa testimonianza di realtà che non la riproduce per come è, per come il nostro cervello la codifica.
forse il colore è un esubero, solo nel contrasto c'è la nostra essenza.
forse la realtà non esiste, ma solo la sua rappresentazione.

2 commenti:

enzo ha detto...

Dopo questi ultimi due "forse", scrivo due "certamente":

- certamente Branzi è quello che più mi ha colpito fra i tre.

- certamente scrivi molto bene.

Brava!

Rossa ha detto...

galantuomo!