bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 20 novembre 2011

la poesia dal cielo scende a noi con azzurra chiarezza nello sguardo

secondo me è stato un furto, ma lui lo ha definito un regalo.
io i libri li regalo.
e così me lo sono preso, rubandolo dal tavolo strabordante di libri.
un bell'effetto scenico, un segnale inequivocabile per chi entra, questo sono io o questo è come appaio io.
sono stata attratta dal titolo: Poesie. tanto basta. autore: Fëdor Ivanovič Tjutčev.
io questo signore non lo conosco, ora so quello che ho letto in giro sul web.
quello che so ora, dopo averle lette tutte in una mattina precoce e silenziosa d'autunno, è che Fëdor Ivanovič Tjutčev -sempre amato questi nomi russi impronunciabili- è un poeta russo appartenente alla tradizione del romanticismo europeo, soprattutto tedesco.
quello che so è che la sua poesia è densa di cadenze retoriche e solenni della poesia settecentesca, di immersioni notturne e abissali nella natura nordica, di rinascite mattutine brillanti e speranzose nelle lande desolate dell'anima, di cadute spaventose e di resurrezioni disperate, di contrasti accesi tra l'ordine e il caos.
insomma, mi sono incamminata lungo questo andamento, un po' troppo manicheo per i miei gusti, ma quando trovo anche solo una poesia che mi piace, a me sembra di aver trovato un tesoro.
questa mi piace, l'ho letta e riletta, e mi sembra che il sorriso mite di sfioritura che riflette il sacro pudore della sofferenza appartenga all'azzurra chiarezza della poesia.


SERA D'AUTUNNO
Nella chiarezza v'è delle autunnali
sere un tenero, un misterioso incanto:
lo splendore degli alberi sinistro,
il languido frusciare delle foglie
porporine, il velato e calmo cielo
sopra la terra triste e desolata,
e, annunzio delle prossime bufere,
un brusco, freddo vento qualche volta,
un mancare e sfinirsi - e quel sorriso
mite di sfioritura, su ogni cosa,
che in essere senziente noi chiamiamo
sacro pudore della sofferenza.

Fëdor Ivanovič Tjutčev - 1830

5 commenti:

monteamaro ha detto...

Leggo, e pare d'essere dentro la poesia. Da me a quest'ora è quasi buio, cade una pioggerellina fredda che annuncia l'inverno, e le cime dei pini e dei gelsi giù in strada, paiono avere veramente, un "sorriso mite di sfioritura."
Bella.

Rossa ha detto...

ma come mi piace questa cosa che mi hai scritto. bello bellissimo, grazie.

Titaniumx7 ha detto...

Tanti auguri Rouge...

Rossa ha detto...

ma anche a te Titanium, davvero, e grazie per il "rouge" che mi piace tanto...

Rossa ha detto...

Titanium, come mai hai scelto questo post??