Alice Bailly, La donna dal guanto bianco, 1922.
"as a woman I have no country,
as a woman I want no country,
as a woman, my country is the whole world".
è lei.
Virginia Woolf, un genio, un assoluto genio femminile. si è suicidata. è pressoche' inattuabile e inverosimile pensare che una mente così, una mente che concepisce il proprio essere come parte di un tutto, non possa avere avuto le risorse per elevarsi dal malessere di vivere. ma è un'altra storia.
La citazione, questa sua, era all'inizio di una mostra. La mostra sull'arte delle donne che è stata presentata, marzo 2008, a Palazzo Reale.
Quel sabato ero sola a Milano. e sono andata a vedermi la mostra.
è stato prima di aprire il blog.
ma ora ci voglio ripensare e scriverne.
qualcuno ha stimolato la mia voglia di pensare all'arte femminile, all'arte nella concezione femminile, alla bellezza nell'arte femminile, alla bellezza femminile nell'arte. la bellezza femminile.
vedete un po' voi...
c'erano quadri che meritavano di essere visti.
io guardo, cerco con gli occhi quello che il pittore mi vuol far vedere. ammesso e non concesso che il pittore abbia qualcosa da farmi vedere, io guardo le immagini così come ascolto le parole. si tratta pur sempre di porre un ascolto. e in questo sono brava. si lo posso dire.
e ricordo di aver visto alcune, in mezzo anche a tanta fuffa, raffigurazioni incantevoli e sorprendenti: sguardi incantati, sguardi avvolti dal dolore, la sofferenza, l'anoressia, il colore, la fantasia, l'ironia, donne disegnate con grande maestria, con sguardo benevolo, affascinato, rapito, intenso, particolare, donne insieme, donne sole, donne e che donne. ho visto molti segnali.
naturalmente non penso che l'arte al femminile sia meglio di quella al maschile, lungi da me.
questa è un'operazione che, in generale, direi per qualsiasi cosa, proprio non mi interessa. non mi interessa rivendicare una supremazia femminile rispetto a un'inferiorità maschile. un mondo buono sorretto dall'utero e un mondo in rovina dominato dal pene. in nessun campo, in nessun modo, in nessuna accezione.
volevo solo prendere spunto da una mostra, sull'arte, femminile, sulla bellezza, perche' ho avuto modo di sostenere recentemente che l'immagine della donna in termini di bellezza è sostanzialmente immutato, al di la' delle mode, ma c'è chi mi vuole insegnare, probabilmente a ragione, che invece è mutato eccome e con grandi variazioni da cultura a cultura.
io però penso che la mutevolezza sia stata guidata a livello mediatico con un andamento esponenziale dall'avvento della tv e quello di internet e via dicendo, fino a traguardi infiniti di spettacolarizzazione universale.
penso che la donna sia stato oggetto di investimenti pubblicitari che ne hanno modificato l'immagine in previsione di una vendita che necessita continui rinnovamenti per poter accedere al mercato con replicato interesse. e il consumo è stato veloce, da parte degli uomini, ma anche, intendiamoci, da parte delle donne stesse. non vedo le donne come le vittime di questo andamento, le vedo corresponsabili, a volte con un inconsapevole candore -o semplice stupidità- davvero imbarazzante.
La mia impressione è che la patina delle pagine di una rivista o la sgranatura di una figura televisiva-cinematografica-computerizzata siano una dimensione tutta diversa da quella reale. soprattutto una dimensione che con la bellezza non ha niente a che vedere. mi dico sempre che un uomo, un Uomo, sappia riconoscere la bellezza al di là di un canone estetico indotto, mutevole e consumistico, che sappia trarre godimento dall'imperfezione.
perchè la bellezza vive dell'imperfezione. è da quella che si esalta tutto il resto.
è dal particolare imperfetto che si risale alla visione d'insieme.
nella perfezione c'è noia, ripetitività, prevedibilità.
nella nostra imperfezione, fisica e mentale, c'è tutto il mistero della nostra bellezza. è dalla stonatura che ci si eleva, dalla stonatura si ricrea lo spartito: solo chi ha la volontà di allargare lo sguardo ci vede nella nostra interezza.
come dice Gibran "la bellezza non è un bisogno, ma un'estasi", cioè non è un consumo necessario ma un andare oltre.
i quadri che ho scelto non rapprsentano necessariamente donne belle o belle donne, ma solo i quadri che hanno attratto la mia attenzione. perche' poi, cio' che conta e' solo questo.
buona visione.
Frida Khalo
Tamara de Lempicka
Carol Rama
Romaine Brooks
Romaine Brooks
Camille Claudel
Kathe Kollwitz
Sonia Delaunay
Marie-Louise Catherine Breslau