giovedì 31 maggio 2018
le scale di Portaluppi
un personaggio, Piero Portaluppi.
figura singolare, architetto geniale, fanciullino instancabile.
da vedere la mostra (130 Portaluppi) alla sua bellissima Fondazione.
e anche il film a lui dedicato, con la suadente voce narrante di Giulia Lazzarini, L'Amatore.
io ho raccolto le sue scale, stairways to heaven.
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forse mia madre non è morta/stamattina è andata a messa/al telefono mi ha detto che non mi devo stancare
Ringrazio mio padre
per il malumore,
mia madre per l’ansia,
il mio paese per la neve e il vento,
ringrazio uno per uno tutti i disamori,
ringrazio i rancorosi,
gli scoraggiatori militanti,
ringrazio i morti,
gli ammalati,
i malestanti.
Franco Arminio
Cedi la strada agli alberi
mia madre per l’ansia,
il mio paese per la neve e il vento,
ringrazio uno per uno tutti i disamori,
ringrazio i rancorosi,
gli scoraggiatori militanti,
ringrazio i morti,
gli ammalati,
i malestanti.
Franco Arminio
Cedi la strada agli alberi
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lunedì 28 maggio 2018
venezuela crisis
vince, al World Press Photo, questa, “Venezuela crisis” di Ronaldo Schemidt.
credo di preferirne altre.
mi rassicurano che il ragazzo se l'è cavata, è vivo con il 70% del corpo ustionato.
sono sempre queste le foto che vincono, ma il giornalismo fotografico può incidere anche senza fuoco assassino.
a me basta molto meno, non ho bisogno dell'orrore per credere.
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World press Photo 2018
venerdì 25 maggio 2018
il cuore a sinistra
la confusione regna sovrana in questo pasticciaccio legastellato.
io dico, auguri a tutti quanti, un premier improvvisato, avvocato, non votato, insegnante di diritto con il cuore a sinistra (che anomalia!) e a capo di un governo di destra.
la vita è strana, davvero imprevedibile, si modificano narcisisticamente dati curricolari, si patiscono disonestamente ipoteche sulla casa causa tasse inevase, si va al bar con gli studenti dopo la lezione e poi, che magia, senza titoli nè meriti (ma già all'attivo qualche demerito), ci si trova a guidare un intero paese già a partire dalla posizione sbagliata.
diciamolo, a Giuseppe, con cuore a sinistra europeista in un governo di destra antieuropeista si rischia parecchio. lui e noi.
giovedì 24 maggio 2018
le foto antiche dell'antico Egitto
le antiche foto del 1878 di Antonio Beato dell'Antico Egitto (mosca inclusa)
strabilianti.
da perdere la testa.
Il Touring Club Italiano espone per la prima volta quarantotto stampe fotografiche originali di Antonio Beato realizzate in Egitto tra il 1860 e il 1900. Al Castello Sforzesco, questa piccola e preziosa collezione, valorizzata grazie all’apporto di SOS Archivi, si mostra al pubblico in tutta la sua bellezza artistica, senza dimenticare il valore storico e culturale dati la tecnica fotografica e i materiali utilizzati. Di origine veneziana, Antonio Beato condivide con il fratello Felice la passione per la fotografia e per la documentazione di territori lontani e inesplorati. A metà Ottocento intraprende una serie di spedizioni che lo condurranno lungo il Mediterraneo fino a Gerusalemme. Visiterà l’India e coglierà gli effetti dei moti indiani del 1857 contro il potere coloniale britannico. Dal 1860 si stabilirà in Egitto. Prima al Cairo, poi a Luxor – fu il primo in questa città dell’Alto Egitto ad aprire un atelier permanente – con l’intenzione di vendere ai turisti le sue fotografie raffiguranti i siti archeologici. In questo periodo, scatta moltissime immagini dedicandosi a un sistematico censimento di monumenti e di resti architettonici e tombali. Frutto di probabili lasciti di viaggiatori e soci del Touring Club Italiano, il prezioso fondo è costituito da un gruppo di trentadue stampe datate 1878 con didascalie manoscritte che tracciano nell’allestimento espositivo un ideale viaggio lungo il Nilo, scendendo dalle piramidi di Giza fino ad Abu Simbel. La mostra, curata da Luciana Senna e Roberto Mutti, è arricchita dalla presenza di una serie di album fotografici coevi sull’antico Egitto, con fotografie di A. Beato, F. Bonfils, J. Pascal Sebah e Zangaki appartenenti alle collezioni del Civico Archivio Fotografico di Milano.
La mostra è aperta dal 16 maggio al 24 giugno con i seguenti orari: lunedì-domenica ore 9-17.30.
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lunedì 21 maggio 2018
venerdì 18 maggio 2018
il momento decisivo di Rui Palpha
Henri Cartier-Bresson lo definì “il momento decisivo”.
lui, Rui Palpha, sa cos'è.
l'ho conosciuto alla rassegna Street Photo Milano allo Spazio Edit di via Maroncelli.
e mi sembra decisivo, oltre al momento che sa cogliere.
sono infinite, tutte così, così straordinarie, ipnotiche.
lui, Rui Palpha, sa cos'è.
l'ho conosciuto alla rassegna Street Photo Milano allo Spazio Edit di via Maroncelli.
e mi sembra decisivo, oltre al momento che sa cogliere.
sono infinite, tutte così, così straordinarie, ipnotiche.
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le persone si incontrano per rinascere. nascere non basta mai a nessuno
Non era niente,
pensa che alla fine di tutto potrai dire
questa frase
perché la vita in fondo
è un falso allarme.
Intanto considera
che quasi mai la realtà congiura,
più spesso gira via per conto suo.
Considera ogni cosa senza inquietarla.
Trascura le tue perdite,
consolati con le cose belle
che accadono agli altri.
Dio è il bene che facciamo
e niente più.
Franco Arminio
Resterenno i canti, 2018
lui, è un genio.
pensa che alla fine di tutto potrai dire
questa frase
perché la vita in fondo
è un falso allarme.
Intanto considera
che quasi mai la realtà congiura,
più spesso gira via per conto suo.
Considera ogni cosa senza inquietarla.
Trascura le tue perdite,
consolati con le cose belle
che accadono agli altri.
Dio è il bene che facciamo
e niente più.
Franco Arminio
Resterenno i canti, 2018
lui, è un genio.
al festival della Poesia, a Milano, la settimana scorsa al Mudec, ci ha fatto cantare tutti, con grande gioia, di tutti. mai visti tanti sconosciuti amarsi l'un l'altro, così.
al festival della Poesia, a Milano, la settimana scorsa al Mudec, ci ha fatto ascoltare le sue poesie e poi le ha fatte tradurre, dalle persone presenti interrogate delle loro origini, nei dialetti, pugliese di Andria, siciliano, milanese e poi anche in spagnolo.
poesia suono e musica, poesia canto e preghiera, poesia cultura, questa è cultura. questa è la cultura che ci salverà, libertà e partecipazione.
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giovedì 17 maggio 2018
lo specchio si è rotto. il cielo è in frantumi. a noi è toccata la parte con le nuvole.
Sereno
e senza speranza,
esci di casa,
guarda.
Segui la terra,
regala le tue vertebre
ai passanti.
Alla fine dei tuoi giorni
resteranno le tue imprudenze,
più che gli indugi
resteranno
i canti.
Franco Arminio
Resterenno i canti, 2018
lui, è un genio.
e senza speranza,
esci di casa,
guarda.
Segui la terra,
regala le tue vertebre
ai passanti.
Alla fine dei tuoi giorni
resteranno le tue imprudenze,
più che gli indugi
resteranno
i canti.
Franco Arminio
Resterenno i canti, 2018
lui, è un genio.
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between the lines
una mostra inaspettatamente bellissima.
Between the lines, di Sol Lewitt
geometrica pura, un mondo ideale di bellezza e simmetria.
in uno spazio di grande bellezza, la fondazione Carriero in via Cino del Dica, a Milano (e dove sennò?)
il mondo, perfetto, come dovrebbe essere e come, forse, per fortuna, non è.
ammirevole
sorprendente
armonica
elegante, molto elegante.
Between the lines, di Sol Lewitt
geometrica pura, un mondo ideale di bellezza e simmetria.
in uno spazio di grande bellezza, la fondazione Carriero in via Cino del Dica, a Milano (e dove sennò?)
Between the Lines è una mostra a cura di Francesco Stocchi e Rem Koolhaas organizzata in stretta collaborazione con l’Estate of Sol LeWitt.
Nel decennale della scomparsa di Sol LeWitt (Hartford, 1928 – New York, 2007), “Between the Lines” intende offrire un punto di vista nuovo sulla pratica dell’artista statunitense, esplorandone i confini – nel rispetto di quelle norme e di quei principi alla base del suo pensiero – e isolando i momenti fondanti del suo metodo di indagine e dei processi che ne derivano.
Attraverso un nutrito corpus di opere che ripercorrono l’intero arco della sua carriera – da 7 celeberrimi Wall Drawings a 15 sculture – e partendo dalla peculiarità degli spazi della Fondazione, il progetto espositivo esplora la relazione del lavoro di LeWitt con l’architettura. “Between the Lines” si basa su una chiave di lettura forte e innovativa, tesa innanzitutto a riformulare l’idea che sia l’opera a doversi adattare all’architettura, fino ad arrivare a sovvertire il concetto stesso di site- specific.
Con la collaborazione dell’architetto Rem Koolhaas – per la prima volta nella veste di curatore – in dialogo con il curatore Francesco Stocchi, “Between the Lines” affronta ampi aspetti dell’opera di LeWitt, con l’obiettivo ambizioso di superare quella frattura che tradizionalmente separa l’architettura dalla storia dell’arte e che caratterizza l’intera pratica dell’artista, rivolta più al processo che al prodotto finale, e scevra di qualsiasi giudizio estetico o idealista.
il mondo, perfetto, come dovrebbe essere e come, forse, per fortuna, non è.
ammirevole
sorprendente
armonica
elegante, molto elegante.
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