non lo sapevo fino a poco tempo fa, ma la scultura mi piace moltissimo.
da Rodin, nel gennaio 2014, in poi è stata tutta una scoperta, ringrazio Milano e le sue mostre per avermi iniziata a questa conoscenza.
sia chiaro, io non su nulla di niente, ma apprezzo, ne godo, mi diverto.
ultima meraviglia: MEDARDO ROSSO.
che mostra, che artista, che bellezza, che tutto!
siamo alla Gam, Villa Reale di Milano, che incanto di posto di notte, deserto e misterioso.
giovedì alle 21 e 30 eravamo dentro in due, che gioia vedere la mostra così, sembrava allestita per noi.
La luce e la materia, promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e a cura di Paola Zatti, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano, ha un percorso tematico che prende avvio con quattro delle più significative opere degli esordi di Rosso, tutte realizzate a Milano e presentate in diverse versioni: il Birichino, prima opera comparsa nelle sale di Brera nel 1882, il Sagrestano, soggetto comico e quasi spietato del 1883, la Ruffiana, dello stesso anno, rappresentazione caricaturale, nel solco della tradizione verista e Portinaia, 1890-1905, dal Museo di Belle Arti di Budapest.
La seconda sezione cerca di restituire, in molti casi attraverso differenti versioni messe a confronto, due temi fondamentali, la sperimentazione materica (l’utilizzo personalissimo e inconfondibile di gesso, bronzo e cera) e il processo creativo dell’artista che procede per sottrazioni fino al raggiungimento di esiti di sorprendente modernità. Due aspetti illustrati attraverso le straordinarie e inquietanti Rieuse, Henry Rouart, venerato collezionista e ospite di Rosso nel primo periodo di permanenza a Parigi, presentato nelle tre versioni in cera, gesso e bronzo; due soggetti del 1894, L’uomo che legge e Bookmaker; la Bambina ridente, opera in cui traspare un legame forte con la tradizione rinascimentale, Aetas Aurea e Bambino ebreo.
La straordinaria Madame X, opera del 1896, è al centro della terza sezione della mostra, e dialoga con due versioni a confronto in bronzo e cera dell’Enfant Malade, documento della fase sperimentale più coraggiosa di Rosso.
Il percorso dedicato alle sculture di Rosso si conclude nella sala finale della mostra con due soggetti Ecce puer (tra gli ultimi concepiti da Rosso, risalente al 1906), e Madame Noblet, soggetto declinato in quattro sole varianti in un lungo arco di tempo (dal 1897 agli anni Venti), e di cui la GAM possiede la versione in bronzo.
Una selezione di opere fotografiche (stampe a contatto da lastre originali e stampe originali) documentano un aspetto fondamentale della vicenda artistica di Rosso
(http://www.mostramedardorosso.it)
Rosso mi fa venire i brividi, una scultura sconvolgente.
le definizione lentamente si perde, da una sala all'altra, si scontorna tutto, un velo cala sui volti, i corpi fanno massa con l'indistinto, con blocchi di materia, occhi e bocche semplicemente si intuiscono, un effetto potentissimo mi pervade: la creazione del mondo è davanti ai miei occhi.
è come un parto, dal nulla si crea la materia e io vi assisto.
mi crea turbamento, questa nascita, mi sembra di partecipare a un evento misterioso.
l’azzardo della materia, il lavoro sui vuoti, la decostruzione della scultura che fino ad allora rappresentava i luoghi, la memoria e le immagini sacre, l’eliminazione del basamento e l’istituzione di un unico punto di vista per osservare l’opera sono alcune tra le innovazioni concepite dallo scultore e vengono esposte nella mostra in modo chiaro e comprensibile.
ma sono i passaggi che rendono strabiliante l'osservazione delle sculture in mostra. si parte, nella prima sala, con figure ancora costruite e intelliggibili, come la Ruffiana: c'è attenzione al dato reale, si vedono bene le rughe, si assiste alla risata sdentata, sguaiata.
Poi arrivano la Portinaia, il Sacrestano, il Birichino, nei quali la materia viene processata e i giochi di luce permettono l'interpretazione dell'espressione, speso le situazioni sono aneddotiche e richiamano l'interesse per gli umili. L'Età aurea mi piace molto, il bacio materno travolge il bimbo che spaventato quasi si ritrae, la madre lo trattiene con la mano. sorge dal nulla questo gesto, questo simbolo, l'espressione istantanea, fotografica, mi coglie impreparata.
e così proseguono le opere successive (Grande Rieuse e Ecce Puer), a volte i volti sono maschere, la scultura è svuotata sul retro, permane solo la superficie, a volte non c'è collo, non c'è busto, solo un'espressione momentanea colta nell'attimo, la materia subisce tagli e decurtazioni, rimane una forma, ancestrale, simbolica, del tormento.
Grande Rieuse
Ecce Puer
è fantastico L'uomo che legge, così come il Bookmaker, Rosso si spinge sempre più in là sul piano della ricerca e dell'instabilità. le figure emergono da tronchi di massa indistinta, non si coglie nessun intento descrittivo, piuttosto l'attimo della nascita in eruzione dalla materia. la figura si stempera nell'ambiente ed emerge la simultaneità più che la profondità, ovvero la prima impressione provata alla vista, alla visione, all'incontro con l'immagine. quel che attrae è questa materia così trattata, non finita, grezza (che sia cera, gesso o bronzo), quasi fosse lava, questa superficie la cui resa varia a seconda della luce che la rivela.
Il bookmaker L'uomo che legge
e lentamente si arriva al punto focale di questa breve bellissima mostra.
Madame X.
non siamo più nel ritratto, siamo nell'emozione pura, nella sintesi plastica ai limiti dell'astrazione.
si osservano solo l'incavo degli occhi, forse un naso.
nessun dato reale. un contorno frastagliato, una forma ovoidale. una zona lesa da cui emerge il gesso sottostante.
una posizione estrema, quella di Rosso, ed strema la raffigurazione di Madame X, inafferrabile, immateriale, se così si può dire.
senza tempo.
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