c'è tutto in questo spettacolo. la bellezza, l'arte, l'allegria e la tristezza, il talento, il canto, il circo, il riso ed il sorriso, i costumi, le luci, le scene, l'orchestra, la maestria e la passione.
è un circuito perfetto. non manca nulla, è una saturazione dei sensi, un'esplosione sensoriale.
potrà sembrare strano ma ho osservato un simbolo particolare che mi ha ipnotizzato e mi ha trasmesso il senso di un'armonia di pensiero e di una riflessione tematica dietro a questa ideazione e rappresentazione così magicamente spettacolare.
molta gente si muove su questo palco circense, gente entra altra esce, c'è sempre movimento sul palco, non c'è mai, anche nei momenti più fortemente esibizionistici, un unico protagonista. c'è una dama bianca, bianca di porcellana e merletti, elegantissima, che tra gli altri avanza e canta. meravigliosamente. leggevo che per questo spettacolo la colonna sonora è stata appositamente ideata e studiata, come per tutti gli spettacoli, ispirata alle musiche italiane di Rota con violini e fisarmoniche. ma si sentono musiche di altri mondi, tango, fado, jazz. la musica si sente molto, si fa sentire moltissimo, eseguita dal vivo da un'orchestra allegra. è la colonna sonora più famosa tra tutti gli spettacoli del cirque du soleil, ha ricevuto molti premi, nota per la canzone che da nome allo spettacolo, cantata in tre diverse lingue.
ma dietro, appartata, più in disparte, mai avanzata, sempre sullo sfondo c'è una dama nera. stesso abito e foggia della dama che canta, ma nera.
non avanza mai, non fa nulla, è per lo più ferma, sembra che canti le tonalità più scure e segrete.
ora non so se sono io che mi invento delle visioni, ma quella dama nera, che non si presenta nemmeno per gli applausi finali, ma magari forse solo perché poi impegnata in qualche gioco di maestria corporea che gli fa cambiare d'abito, è una presenza oscura e cupa che dice bene, al mio cuore, che questo è il mondo, che così gira e va, che così è fatto e si muove, anche e forse di più, il mondo zingaro e imprevedibile del circo. come in tutti gli spettacoli di circo c'è la vita che gira a velocità altissima, c'è il corpo che esalta la sua bellezza, la sua sfida alla gravità, alle giunture scheletriche e alle articolazioni, alla paura e al rischio, ma c'è anche un fondo oscuro di tristezza, il retrogusto della vita, c'è il clown che racconta la sua storia triste alla luce della luna con il suo manichino e la sua enorme valigia che, appena aperta, fa spazio a due palloncini che vanno su, e poi su e poi su, e poi via. la dama nera ci ricorda questo. che c'è bellezza, che c'è arte, che c'è magia, e c'è il lato oscuro, dietro, sordo e muto, ma che non ci lascia mai. e che ci ricorda che la vita è questo, e quello. gioia e dolore. luce e buio.
Alegria è il regno del giubilo, evoca le grandi corti regali, è un impianto monumentale, dai colori autunnali, mai troppo plateali, sempre di tono luminoso opaco, pervaso di suoni e sfumature della vita misteriosa. bene non so se deliro, ma se è così come penso, questo spettacolo merita
oltre alla mia immensa ammirazione artistica, al mio divertimento fino
alle lacrime, alla mia partecipazione emotiva fortissima, alla mia
approvazione per una bellezza mimica senza confini corporei, anche la
mia adesione più intima e profonda.
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