giovedì 5 gennaio 2012
miracolo a Le Havre
l'ottimismo inaffondabile di Aki Kaurismaki potrebbe risultare fiabesco o ingenuo, così a una prima valutazione, ma è, invece, un atto di ribellione necessario ed eroico, di questi clamorosi miserevoli tempi.
il protagonista si chiama Marcel Marx e, naturalmente, non è un caso. una spolverata di socialismo non sarebbe male, un po di marx in giro per il mondo, di antica solidarietà umana, di obsoleto reciproco sostegno, di umili ma rispettabili mestieri, di semplici ma intramontabili amicizie, di silenziosi ma miracolosi amori.
il film però non è la fine del mondo...e mi riferisco a certe accoglienze trionfali che sanno di capolavoro e mi sembrano francamente eccessive. il film è piacevole e salutare, ci sprona a credere nei miracoli una mattina di primavera con i ciliegi in fiore, nelle guarigioni inaspettate di mogli adoratissime e in viaggi oltremanica di giovani ragazzi extracomunitari alla ricerca di un padre, ci invita a cercare nell'alleanza la soluzione ai problemi, ci suggerisce di mantenerci saldi nei nostri valori umani e cristiani, e lo fa con soavità e leggerezza, con tocco ironico e asciutto.
avete mai film un film di Kaurismaki? si riconosce alla prima scena, ma che dico, alla prima inquadratura. e se avevate qualche dubbio, al primo volto, attonito ma sereno, e alla prima parola pronunciata, caustica e disicantata, vi sarete ritrovati nel suo mondo di ottimismo e amarezza.
ecco, i suoi film non sono capolavori ma ci accolgono come a casa, sono la certezza di una visione buona ma non ingenua, confortante ma non retorica.
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